Il dottor Franco Locatelli, coordinatore del Cts, il Comitato Tecnico Scientifico istituito per la gestione della pandemia di Covid 19 e i relativi vaccini, scelto dall’allora premier Giuseppe Conte e dal ministro della salute Roberto Speranza, risulta ora indagato per omicidio colposo.
Prima della pandemia Locatelli era noto soprattutto per il suo ruolo di direttore della oncoematologia e terapia cellulare e genica dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nonché presidente del Consiglio superiore di sanità. Nel dicembre 2020 nel suo reparto un trapianto di midollo sbagliato causò la morte di una ragazza di appena 17 anni, Lisa Federico. Lo scorso giugno l’inchiesta sembrava conclusa per Locatelli con la richiesta, da parte del pm Polidori, di rinvio a giudizio di due specialisti dell’ospedale, Pietro Merli e Rita Maria Pinto. Il pm scrisse che “L’inadeguatezza della composizione cellulare del midollo della donante”, una tedesca con peso e gruppo sanguigno diverso dalla giovane, rese inutile il trapianto e le problematiche infettive della paziente furono gestite “con imperizia, imprudenza e negligenza”, ma la posizione del direttore sanitario era stata archiviata.
Tuttavia, durante l’udienza dell’11 gennaio di quest’anno, il giudice per le indagini preliminari Francesca Ciranna ha ordinato ulteriori accertamenti su Locatelli scrivendo: “È veramente difficile ipotizzare che quest’ultimo sia stato all’oscuro delle decisioni adottate, che non sia stato mai consultato, che le decisioni intraprese non siano mai state condivise con lui”.
I genitori di Lisa, Maurizio Federico, biologo responsabile del Centro per la salute globale presso l’Istituto superiore di sanità, e Margherita Eichberg, soprintendente alle Belle arti e archeologia per l’area meridionale di Roma, avevano adottato la bambina e il fratello Bodgan nel 2009, in un orfanatrofio dell’Ucraina. A 16 anni le venne diagnosticata una citopenia refrattaria pediatrica, “al Bambino Gesù venne deciso il trapianto” racconta il padre “Anche se con mia moglie avremmo provato con terapie immunosoppressive, molto meno invasive”. Il padre di Lisa raccontò anche che avevano portato la figlia in quell’ospedale “pieni di fiducia, perché sapevano che ci lavorava il professor Locatelli”. Invece poi successe di tutto durante i tre ricoveri. La sua permanenza in ospedale fu troppo lunga, 53 giorni e secondo i magistrati ciò avrebbe potuto favorire l’infezione. Dopo tre atroci interventi e agonie alle fine muore il 3 novembre 2020. “In Germania ci hanno fatto uno scherzetto” si difese Locatelli con i genitori, accusando che il midollo ricevuto non fosse conforme, “poteva non esserne al corrente?” si chiedono le autorità. Infatti, al direttore sanitario, ricorda il gip “spettano poteri di gestione della struttura e doveri di vigilanza e organizzazione, comprese le predisposizioni dei protocolli inerenti ai ricoveri”.
Nei prossimi mesi ci saranno dunque nuove indagini.
Forse Locatelli era troppo impegnato a truffare gli italiani con la gestione criminale della pandemia piuttosto che vigilare correttamente sul ricovero e sul trapianto della ragazza.
Angelo Serafini dice
Infatti non c’è nessuna disinformazione, l’accusa di omicidio al dottor Locatelli non riguarda i vaccini, è tutto scritto chiaramente nell’articolo, essendo un giornale diamo diversi tipi di notizie. Evidentemente lei è talmente analfabeta funzionale e stupido da non capirlo.