A seguito dell’annuncio dell’ennesimo pacchetto di sanzioni da parte della Ue e dai paesi del G7, la Federazione Russa ha sequestrato i beni di due aziende europee, la finlandese Fortum e la tedesca Uniper entrambe attive nel campo dell’energia.
L’operazione è avvenuta in attuazione del decreto governativo che consente alle autorità russe – in caso di sanzioni e altre aggressioni finanziarie – di sequestrare beni di proprietà di quelle aziende che fanno affari e svolgono attività economiche sul territorio della Federazione Russa. Il tentativo è quello di respingere e sabotare il tentativo da parte di questi paesi di chiudere il paese guidato da Putin nella morsa di un vero e proprio embargo (sanzioni che sempre più si ritorcono contro i popoli delle singole nazioni ridotti alla fame). Per questo la banca statale russa, la Vtb, ha spiegato che beni e proprietà saranno restituiti solo quando verranno revocate le sanzioni europee.
Il sequestro non è un danno da poco. Le attività in Russia dei due giganti dell’energia valgono diversi miliardi. Si tratta di cinque centrali elettriche, con una capacità di 11 gigawatt e circa 4.300 dipendenti per la tedesca Uniper e di sette centrali termiche e una serie di impianti eolici e solari, per un valore di circa 1,7 miliardi di euro per la finlandese Fortum.
Come al solito i media di regime stanno dipingendo Putin come un ladro e un ricattatore, capovolgendo il ruolo di vittima e carnefice tra la Comunità internazionale capeggiata dagli Usa e la Federazione Russa. È vero c’è un aggressore che attacca e un aggredito che si difende. La Federazione Russa, così come quando ha avviato l’operazione militare in Ucraina, con il sequestro di beni e stabilimenti dei colossi dell’energia tedesco e finlandese si sta difendendo dall’aggressione della NATO, della UE e del resto della Comunità internazionale dei gruppi imperialisti.
Alfonso Aliberti dice
Io antepongo al binomio aggressore/aggredito quello provocatore/provocato. La reazione del provocato è legittima se il pericolo è reale ed imminente. Chi è il provocatore?
Per quanto riguarda il nostro governo, dobbiamo ammettere che fa bene la donzella Giorgia a rinnegare la storia del partito che l’ha vista crescere politicamente. Infatti, Almirante sosteneva una politica di neutralità, ovverosia un vigile equilibrio, fra i blocchi politico-militari, e non uno smaccato lecchinaggio nei confronti della Nato a guida angloamericana, che peraltro è l’unico blocco rimasto dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia avvenuta nel lontano 1991.