Giorgia Audiello
Avanti.it
L’aeroporto internazionale di Denver – situato all’estremità nord-est di quella che è la capitale del Colorado – con i suoi 140 chilometri quadrati di dimensioni è il più grande aeroporto degli Stati Uniti e il secondo al mondo dopo l’aeroporto di Dammam-Re Fahd in Arabia Saudita. Costruito nel 1995, il sito ha attirato l’attenzione degli osservatori e dei passeggeri per i suoi numerosi “monumenti” dalla simbologia chiaramente massonica e per i suoi murales che evocherebbero l’avvento del cosiddetto “Nuovo ordine mondiale”, un futuro governo mondiale distopico retto da una tecnocrazia scientista con l’ossessione della riduzione della popolazione. La megastruttura è costata 4,8 miliardi di dollari ed è stata realizzata nonostante la città di Denver disponesse già di un aeroporto perfettamente funzionante, quello di Stapleton. Benché la costruzione di Denver sia molto più grande di quella di Stapleton, essa ha un numero minore di varchi e di piste, tant’è che buona parte dell’area risulta inutilizzata. Il che ha dato vita a più di qualche sospetto sul reale scopo della struttura che alcuni hanno definito come la cattedrale o la base di un élite occulta identificata con gli “Illuminati”. Ad alimentare sospetti attualmente privi di prove concrete, seppur legittimi, vi è il fatto che l’aeroporto dispone di una rete in fibra ottica per le comunicazioni lunga 8500 chilometri di cavi (per fare alcuni confronti: il Nilo è lungo 6650 chilometri; la distanza tra la costa orientale e quella occidentale degli Stati Uniti è pari a 4800 chilometri); mentre il sistema di rifornimento è in grado di pompare 3800 litri di carburante al minuto, attraverso una rete di pompe lunga 28 chilometri. Inoltre, il progetto iniziale prevedeva la costruzione di numerosi tunnel sotterranei e la possibilità di costruire un sistema ferroviario interno: tutto ciò ha dato adito all’ipotesi che la mastodontica struttura possa in realtà servire come rifugio in caso di eventuale cataclisma.
Al netto delle insinuazioni sul reale scopo della struttura, quel che vi è di oggettivo sono i messaggi apocalittici e di matrice esplicitamente massonica trasmessi dai diversi monumenti presenti al suo interno: statue e dipinti non sono collocati a caso nell’edificio, ma rispettano un preciso ordine che conferisce senso al tutto, riflettendo un chiaro disegno per il futuro dell’umanità. Ad accogliere i viaggiatori all’ingresso dell’aeroporto vi è la statua, alta quasi dieci metri, di un gigantesco cavallo blu dagli occhi infuocati, dall’aspetto demoniaco, tanto da essere rinominata “Blucifer”: la statua richiama i cavalli dell’Apocalisse della Bibbia: «E vidi: ecco, un cavallo verde. Colui che lo cavalcava si chiamava Morte e gli inferi lo seguivano. Fu dato loro potere sopra un quarto della terra, per sterminare con la spada, con la fame, con la peste e con le fiere della terra», (Apocalisse 6,8). Il che rimanderebbe all’avvento di guerre, carestie o malattie che potrebbero ridurre di un quarto la popolazione terrestre, secondo i propositi di una élite che considera il pianeta sovrappopolato. Secondo il linguaggio tipicamente massonico, poi, nella cosiddetta “Grande sala” dell’aeroporto si trova la “Pietra angolare”, ossia la prima pietra simbolica su cui è costruita tutta la struttura. Sia “pietra angolare” che “grande sala” sono due espressioni utilizzate dalle logge massoniche e la seconda, in particolare, designa la sala in cui i confratelli svolgono le riunioni. Sulla pietra è perfettamente riconoscibile uno dei più noti emblemi della massoneria, la squadra e il compasso, nel rispetto della tradizione che vuole tale simbolo inciso sulla pietra angolare dei nuovi e grandi progetti. Sulla pietra è riportata la scritta “New World Airport Commission” ed è spiegato che sotto di essa è custodita una capsula del tempo che contiene messaggi per i cittadini del Colorado e che non potrà essere aperta prima del 2094. Si tratta dello stesso messaggio riportato sulla lastra di granito incassata nel terreno che compariva sulle Georgia Guidestones: anche lì veniva esplicitato che, sotto terra, era presente una capsula del tempo e l’opera presentava simbologie esoteriche e massoniche simili a quelle presenti nell’aeroporto di Denver. Pare, dunque, esserci una regia comune.
Di forte carica simbolica sono poi i quattro murales dipinti da Leo Tanguma che, secondo l’autore, dovrebbero rappresentare pace, armonia e natura, ma che in realtà trasmettono messaggi di guerra e di morte. Nel primo vengono simbolicamente rappresentati il presunto problema del riscaldamento globale (sullo sfondo una foresta che va a fuoco e una città avvolta dall’inquinamento), l’estinzione di animali e vegetali e, probabilmente, la scomparsa di alcune etnie: sono, infatti, rappresentate tre persone defunte, una africana, una nativa americana e una europea. Nel secondo dipinto, i bambini del mondo portano delle armi avvolte dalla loro bandiera nazionale al centro del quadro sopra un soldato addormentato che sta per svegliarsi. Saranno gli stessi popoli della Terra a chiedere l’intervento militare per risolvere le crisi globali. Il soldato addormentato rappresenta la potenza militare assopita dopo la Seconda Guerra Mondiale che ora sta per risvegliarsi in nome della pace mondiale e per l’instaurazione del Nuovo ordine mondiale. In questo murales comincia un arcobaleno che termina in quello successivo, dove il militare, simile a un ufficiale nazista, si è svegliato e indossa una maschera antigas sovrastando il centro del dipinto: tra le mani ha un fucile e una scimitarra (simbolo usato molto spesso nella simbologia massonica) con la quale sembra colpire la colomba, simbolo della pace per eccellenza. Sulla sinistra del quadro c’è una lunga fila di genitori che piangono per la morte dei figlioletti che non presentano però alcun segno di violenza: sono morti per via di qualche arma chimica, per questo il militare indossa la maschera. Infine, nell’ultimo dei controversi murales viene rappresentata l’umanità sopravvissuta alla catastrofe, felicemente sottomessa alla “nuova era”: tutti si rivolgono in venerazione verso una “pianta incandescente” al centro del dipinto, simbolo dell’unica cultura dominante, dell’unica religione mondiale e dell’unica forma di alimentazione geneticamente modificata. Già ora si possono vedere le modifiche epocali apportate al cibo, attraverso l’uso di OGM e del nascente cibo sintetico.
Infine, un dipinto indecifrabile con un vago riferimento agli alieni completa il ciclo delle raffigurazioni presente nell’Aeroporto. Come nel caso delle Georgia Guidestones o dello spettacolo inscenato per l’inaugurazione del tunnel del Gottardo, i murales di Denver hanno al centro la nascita di una nuova era e di un nuovo ordine globale caratterizzato da componenti fortemente antireligiose e anticristiane (riduzione della popolazione, guerra, adorazione di un culto neopagano e panteista, dimensione tecnocentrica). Paiono disseminati in tutto il mondo e nelle forme più disparate, dunque, i simboli che preludono alla sua instaurazione, ma rimangono misteriosi i reali mandanti delle opere che, pur essendo profondamente inquietanti, non vengono esplicitamente spiegate dai loro committenti, lasciando così spazio alle più svariate interpretazioni, a volte definite, forse strumentalmente, come “cospirazioniste”. Ciò che è certo è che bisognerebbe fare luce sui mandanti e sui reali significati di queste opere di matrice certamente massonica ed esoterica.
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