Giuseppe Russo
Avanti.it
Moreno Pasquinelli è un uomo che ha dedicato la vita alla lotta politica. Animatore, nel corso degli anni, del Campo Antimperialista, di Liberiamo l’Italia e, più di recente, del Fronte del Dissenso, tutte iniziative gravitanti nell’universo irregolare di quella che lui stesso definisce “la sinistra patriottica”, Pasquinelli è stato ospite di Votantonio! per dire la sua sulla “febbre elettorale” che sta squassando quel che resta del fronte di Resistenza Costituzionale che era stato in grado di mobilitare le piazze contro il Green Pass e le sospensioni dal lavoro, evolvendosi poi negli ultimi tempi in movimento di massa contro la guerra e contro la NATO.
Quella dell’unità delle forze che oggi amano definirsi “antisistema” è la storia di un naufragio annunciato. Ricostruendone le tappe, Moreno Pasquinelli parte dallo scorso gennaio, quando maturò il primo organico tentativo di dare vita ad un coordinamento nazionale dei tanti comitati contro il Green Pass che avevano preso piede nelle diverse città italiane. Nell’ambito del progetto, che aveva l’ambizione di “partire dal basso”, fu fatto il tentativo di coinvolgere anche i leader di quelli che Pasquinelli definisce i “partitini” del dissenso, fra i quali Enrico Mattei, Francesco Toscano, Luca Teodori e Pino Cabras, i quali fecero perlopiù orecchie da mercante. Ad aprile, lo stesso Pasquinelli si fece promotore dell’Appello dei 100 “per una lista elettorale dei movimenti di Resistenza Costituzionale”, nel tentativo di costruire una piattaforma unificante intorno a cinque punti fondamentali: il ripristino dei diritti costituzionali violentati dalla gestione autoritaria della crisi sanitaria, la cancellazione di tutti i disponitivi elettronici di controllo introdotti parallelamente alla campagna di vaccinazione, l’opposizione al liberismo, l’uscita dall’UE e dalla NATO. Nonostante vi fossero le premesse per dare vita ad una lista che, nel rispetto delle differenze, potesse onorare l’impegno elettorale (che allora era previsto per il 2023) dando rappresentanza al dissenso diffuso, l’irresponsabilità e l’immaturità politica dei gruppi dirigenti dei “partitini” di cui sopra hanno fatto sì che a prevalere fossero logiche di apparato, gelosia da retrobottega della lotta politica, personalismi e narcisismi assortiti. Il Fronte del Dissenso non prenderà dunque parte in alcuna forma a questa competizione elettorale, pur annoverando fra le sue file sostenitori delle diverse liste che si richiamano alla Resistenza Costituzionale, oltre che fautori dell’astensionismo, ma si candida piuttosto a fare il bilancio di tutto questo processo a partire dal 26 settembre, provando eventualmente a raccogliere i cocci del disastro: qualora il quorum del 3% non dovesse essere raggiunto da alcuna formazione, l’entusiamo suscitato si scioglierebbe presto in scoramento, disincanto, riflusso.
Passando in rassegna le liste che in questi giorni sono impegnate nella raccolta firme, Pasquinelli esprime giudizi tranchant, giungendo a parlare di “cretinismo parlamentare” dilagante come una malattia, essa sì contagiosa, nel variegato panorama delle forze della Resistenza Costituzionale. Innanzitutto, anche scavallando la famigerata soglia del 3%, si eleggerebbero 7 o 8 deputati al massimo, che inciderebbero giocoforza assai poco negli equilibri parlamentari e potrebbero al massimo rappresentare “una trincea avanzata per rafforzare le lotte sociali e il protagonismo dal basso”. Lo iato che si è venuto a produrre fra i movimenti di piazza e i “partitini” del dissenso organizzato trova riscontri anche nelle candidature espresse dalle diverse compagini, nell’ambito delle quali agli attivisti della prima ora sono stati preferiti arrampicatori politici scelti con il manuele Cencelli 2.0. A conti fatti, questi fenomeni attestano l’esistenza di un’altra priorità della lotta politica, quella di cambiare una infame legge elettorale che, coi suoi perniciosi e capziosi meccanismi e con le sue liste bloccate, attesta di fatto l’inespugnabilità del Palazzo.
Moreno Pasquinelli fissa quindi l’orizzonte della lotta oltre il 25 settembre, quando le febbri elettoralistiche saranno passate ed il Potere darà vita a nuove emergenze, su tutte quella energetica, davanti alla quale bisognerà escogitare forme creative di antagonismo, come è stato fatto di recente nel Regno Unito, dove, davanti all’impennarsi dei prezzi dell’energia, ha preso piede il movimento spontaneo “Don’t Pay UK”, che già coinvolge centinaia di migliaia di britannici nel proposito di non pagare le bollette. L’auspicio è quello di riconvertire l’opposizione alla “dittatura sanitaria” in opposizione sociale, affinché l’autunno che ci si prospetta possa scaldarsi a dovere: se ne parlerà il 26, 27 e 28 agosto prossimi in quel di Assisi, nel forum dei movimenti di Resistenza Costituzionale. Come ha avuto occasione di dire Moreno Pasquinelli, “le lotte ci uniscono, le elezioni ci dividono”.
(Link all’intevista integrale: https://t.me/comedonchisciotte_org/2685)
Giancarlo dice
Concordo in toto con Moreno Pasquinelli. Veder Toscano, Bianchi, Musso, Teodori, Cabras no, faceva già a arte del sistema insieme alla Cunial, (senza personalismi ovviamente), non aver capito l’importanza dell’unità di visione e azione, ci fanno perdere l’occasione per un reale cambiamento. Che delusione! Toscano tornerà a fare quello che aveva sapientemente fatto con la sua “VisioneTv”? Non credo. Dovremo ricontarci e prendere atto che saremo di meno a pensarla nel modo corretto. Un plauso a Moreno Pasquinelli. Dovrà forse Lui e pochi altri a ricomporre i cocci. Ad Maiora Moreno.