L’Arabia Saudita fa un altro passo verso la Cina entrando nella “Shanghai Cooperation Organization” , un’alleanza politica, militare e commerciale, che è stata fondata nel 2001 come contraltare alle alleanze occidentali e che conta fra i suoi membri Cina, Russia, India e Pakistan e, dallo scorso anno, anche l’Iran come membro permanente.
La decisione di entrare a far parte dell’alleanza è stata presa in un momento in cui la Cina sta ampliando i suoi interessi a ovest e nel medio oriente mentre l’Arabia Saudita non è mai stata così lontana dagli interessi di Washington. Basti pensare alla recente proposta di pace nella guerra in Ucraina presentata da Pechino e rifiutata dall’occidente, o alla mediazione svolta fra l’Arabia Saudita e l’Iran che ha portato alla riapertura delle comunicazioni diplomatiche fra i due paesi dopo le tensioni che portarono alla guerra in Yemen. In merito al ruolo svolto dalla Cina in quella circostanza il presidente Xi aveva sottolineato che il dialogo promosso dalla Cina avrebbe “stabilizzato e rafforzato l’unità e la cooperazione nella zona”. Anche dal punto di vista commerciale la Cina rimane un importante partner per l’Arabia con scambi commerciali che ammontavano a 87.3 miliardi di dollari nel 2021. La produzione di petrolio è poi un importante fattore di collaborazione fra le due potenze islamiche, come testimonia la volontà di procedere insieme alla costruzione di una raffineria e un complesso petrolchimico a Panjin nel nordest della Cina.
Stando inoltre a quanto si apprende dalla pagina ufficiale del Consolato cinese a Los Angeles, l’Arabia Saudita da parte sua avrebbe apprezzato il ruolo sempre più importante e costruttivo della Cina nella zona e a livello internazionale e ritiene di grande importanza sviluppare relazioni con la Cina ed è quindi pronta a cooperare con la Cina per l’apertura di nuove prospettive di collaborazione bilaterale. La lontananza dei sunniti da Washington sembra quindi aumentare: l’Arabia Saudita è stata infatti fra i paesi che hanno deciso di abbandonare il dollaro per la vendita di petrolio. Riyadh è poi un importante partner commerciale per la Russia sulle politiche di produzione di petrolio presso l’OPEC, il suo ingresso nell’SCO segna quindi un’importante svolta a livello geopolitico anche in merito alla guerra in Ucraina.
Francesca Luchini
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