Il “progresso” che tanto sta a cuore a quelli lassù passa anche attraverso i campionati europei di pattinaggio artistico, manifestazione che si è tenuta la settimana scorsa a Espoo, in Finlandia. Durante la cerimonia d’apertura, infatti, ispirata al tema Just be you, “sii te stesso e basta”, si è esibita anche, in nome dell’uguaglianza e dell’inclusione, la cinquantanovenne Minna-Maaria Antikainen, che si definisce “donna non binaria” dopo essere venuta al mondo come Markku-Pekka Antikainen ed essere stata (stato?) il padre di due figli. Gli organizzatori avevano promesso forti emozioni e queste puntuali sono arrivate: dopo una decina di secondi di barcollante pattinaggio, Minna-Maaria è caduta rovinosamente senza riuscire a rialzarsi, e solo l’intervento di un’altra pattinatrice (donna “binaria”?) le ha permesso di rialzarsi dal ghiaccio infido e chiudere l’esibizione con la bandiera del suo paese fra le mani. Il pattinaggio artistico ha fama di essere uno sport molto “conservatore”, visto che non ammette che gareggino coppie formate da persone dello stesso sesso né prevede categorie a parte per i pattinatori “non binari”. La lotta indefessa di Minna-Maaria Antikainen va avanti da dieci anni a questa parte proprio per rendere “inclusivo” il pattinaggio: è per questa causa che ha immolato la sua dignità sul ghiaccio di Espoo, ricevendone in cambio una visibilità che non aveva mai avuto, visto che il video con la sua figuraccia ha macinato milioni di visualizzazioni, rendendola un po’ eroina e un po’ zimbello. E così, la sua appassionante biografia ha conquistato il mondo: dopo aver mollato la famiglia che aveva formato ed avere ultimato la transizione da “uomo binario” a “donna non binaria”, Minna-Maaria ha deciso di coronare un altro sogno che covava dalla tenera infanzia, quello di diventare una “principessa del ghiaccio”. All’età di cinquant’anni, non paga di essere diventata anche la presidente dell’associazione finlandese di travestiti “Dreamwear Club”, Minna-Maaria Antikainen ha dunque iniziato a praticare il pattinaggio, ingaggiando come allenatrici due ex campionesse finlandesi. Sentendosi, a suo dire, come invasata dal demone dell’esibizionismo, è poi passata all’agonismo, intensificando i suoi programmi di allenamento: dal 2014 a oggi ha praticato qualcosa come 2000 sessioni (tutte videoregistrate), di cui 700 dedicate all’altra sua grande passione, la danza classica. Nel corso degli anni, ha dunque interpretato nelle arene ghiacciate diversi personaggi, da Xena a Nefertiti, fino ad esprimere il meglio di se stessa volteggiando nei panni di una geisha giapponese che a metà dell’esibizione si libera del kimono per sfoggiare un malizioso vestitino pieno di lustrini. In un’occasione avrebbe vinto addirittura un premio: è successo nel 2017, ai “campionati mondiali non ufficiali per pattinatori di figura adulti” tenutisi a Oberstdorf, in Baviera, una competizione aperta a tutti purché paghino e nella quale una medaglietta non si nega a nessuno. Minna-Maaria Antikainen era stata costretta a gareggiare come “uomo”, pattinando però vestita da donna; dopo essersi aggiudicata la medaglia di bronzo, gli organizzatori retrogradi le avevano impedito di salire sul palco in vesti femminili, e lei c’era rimasta malissimo. “È come un sacrilegio!” aveva detto ai microfoni lacrimosi che già allora la circondavano. La gloria, tuttavia, era solo rimandata. Nella società dello spettacolo, lo spettacolo più grande è l’idiozia.
GR
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