Giuseppe Russo
Avanti.it
La premier socialdemocratica finlandese Sanna Marin, già detentrice del titolo di capo del governo più giovane del mondo (primato poi perso a beneficio dell’austriaco Sebastian Kurz) e beniamina dell’Occidente per aver inaugurato il percorso di avvicinamento del suo paese alla NATO, ha visto negli ultimi giorni la sua fulgida stella appannarsi a causa di un video malandrino diffuso dal quotidiano Iltalehti sul suo sito internet: in esso, la giovane donna politica si dimena, in evidente stato di ebbrezza, al suono delle canzoni di tal Petri Nygård, una sorta di Fabri Fibra in salsa finnica, assieme ai suoi amici, ad uno dei quali scappa pure un riferimento alla cocaina. Gli amici in questione non sono quelli del liceo, ma giovani esponenti del jet set finlandese: la fotografa e “influencer” Janita Autio, la presentatrice tv Tinni Wikström, la “youtuber” Ilona Ylikorpi, la “instagrammer” Karolina Tuominen, lo stilista Vesa Silver e il deputato del Partito Socialdemocratico Ilmari Nurminen. Tutta gente abituata a vivere dentro gli schermi ed incapace, evidentemente, di starne fuori, anche nell’ambito di una festa privata le cui immagini avrebbero potuto essere compromettenti per i partecipanti. Incalzata dalle opposizioni, Sanna Marin si è sottoposta ad un test antidroga il cui esito è stato negativo; ad ogni modo, sia lei che gli altri hanno assicurato di non aver mai fatto uso di sostanze stupefacenti. A distanza di poche ore è poi spuntato un altro video in cui la premier, che sarebbe felicemente sposata con l’ex calciatore Markus Räikkönen, balla avvinghiata all’attore e musicista Olavi Uusuvirta al Klubi, la discoteca più cool di Helsinki (e come potrebbe essere altrimenti). Pur non essendo nuova a scivolate del genere (era già capitato che trascorresse una notte danzereccia dopo essere stata a contatto con un “positivo” al Covid e se l’era cavata sostenendo di aver lasciato a casa il telefono che adopera come capo del governo), anche per la Marin sono stati scomodati i proverbiali “hacker russi”, i quali avrebbero clonato i dispositivi degli amici cool del primo ministro per riprendere a tradimento immagini della sua dolce vita e screditare così uno dei politici più russofobici d’Europa.
L’eco dello scandalo è giunto fino in Italia, dove Sanna Marin godeva, gode e presumibilmente godrà di ottima stampa. Una breve rassegna dei titoli rende l’idea: Sanna Marin, la sua gioia di vivere è una lezione politica (la Repubblica), Sanna Marin ha il potere della felicità (La Stampa), È la bellezza che fa scandalo. Lode al ballo di Sanna Marin, il suo inno alla gioia (Il Foglio). Il quotidiano più “marinista” di tutti è stato in realtà il Corriere della Sera, sulle cui pagine la giovane premier è stata esaltata oltre ogni ragionevole limite. Quando, ad esempio, sono circolate le foto della premier finlandese che partecipava ad un festival rock, il quotidiano milanese ha così commentato: Sanna rappresenta un futuro possibile: donne al governo, credibili, forti, coraggiose.Capaci di indossare in pubblico anche gli shorts, quando il contesto lo permette, senza perdere credibilità o autorevolezza. Anzi. Successivamente, altro festival e altra corsa: riportando i “commenti social” al look sbarazzino di Sanna Marin, il Corriere ha scritto che per gli utenti dovrebbe governare per sempre. Quando poi la nostra eroina si è recata in Veneto per una breve vacanza, il giornale diretto da Luciano Fontana è sbracato completamente con la pubblicazione di un articolo (Sanna Marin in vacanza con gli amici fra le colline del Prosecco) che si è chiuso riportando le dichiarazioni di Luca Zaia, per il quale addirittura “si è realizzato un sogno”. Tutte queste attenzioni, mai riservate dalla stampa nostrana alla politica finlandese, prendono il via nel mese di maggio quando, sulla scia delle trattative per l’ingresso della Finlandia nella NATO, Sanna Marin si reca in visita ufficiale in Italia, trovando presso il governo Draghi un appoggio incondizionato. È allora che iniziano a fioccare le agiografie di questa donna, nonostante si fosse insediata al governo da due anni e mezzo: nata in povertà, vittima di un padre alcolista, cresciuta poi dalla madre e dalla sua nuova compagna in una famiglia “arcobaleno”, per mantenersi agli studi ha svolto lavori umili. La beatificazione è compiuta e si allarga all’intero Occidente: sarà la Bild, popolare quotidiano tedesco, a sintetizzare la cifra di questo culto, descrivendo la premier finnica come “rilassata, moderna, sicura di sé”, un’esponente della “generazione cool che non piace a Putin”, una che “trova il tempo di festeggiare anche quando è costretta a guidare la Finlandia in una crisi”. Il caso beffardo vuole che questa esaltazione a mezzo stampa venga pubblicata pochi giorni prima dell’uscita del video della discordia. Poco male: a danno fatto sarà il britannico Daily Mail a raccogliere il testimone della “sannamania”, riportando la notizia che migliaia di donne in tutto il mondo stanno pubblicando video in cui, per solidarietà con la Marin, imitano le sue movenze danzanti.
Al di là della patina glamour di cui è stata ricoperta la sua figura, Sanna Marin è una politica di lungo corso che ha fatto la gavetta sia nell’organizzazione giovanile del Partito Socialdemocratico che negli enti locali. Nel 2009, a 24 anni, viene eletta consigliere comunale di Tampere, la sua città di adozione, e parallelamente si fa strada nella Demarinuoret, la gioventù socialdemocratica, di cui sarà vicepresidente dal 2010 al 2012. Nel 2015 viene eletta per la prima volta nel Parlamento finlandese; dopo la successiva rielezione, nel 2019, assume l’incarico di ministro dei trasporti e delle comunicazioni nel governo di Antti Rinne, l’uomo di cui prenderà poi il posto sia come premier, nel dicembre 2019, e sia come presidente del partito, nell’agosto 2020. Proprio il 2020 è l’anno della svolta per l’ambiziosa Sanna: viene chiamata, assieme ad altri 113 virgulti del globalismo, a far parte della “classe” annuale degli Young Global Leaders, l’ala giovanile del World Economic Forum o, se preferite, la palestra nella quale si formano gli uomini e le donne di fiducia delle élite, coloro i quali saranno chiamati ad occupare incarichi di rilievo nelle istituzioni internazionali negli anni a venire, oltre a portare avanti l’agenda nei rispettivi paesi e nei rispettivi ambiti di attività. Subito dopo questa “promozione”, si accorgono di Sanna Marin la BBC e il Time, che la inseriscono nei loro elenchi di donne più influenti del mondo. Intanto, sempre nel corso del fatidico 2020, la neoinsediata premier Marin gestisce la pandemia “all’italiana”, portando avanti con scrupolo le politiche segregazioniste e liberticide: scuole e uffici pubblici chiusi, divieto di assembramento, paese diviso in zone a seconda degli indici di contagio e persino uno scandalo sull’acquisto di mascherine con tanto di faccendieri e traffichini. Uno scenario ben diverso da quello degli altri paesi nordici, dove le misure di contenimento sono state assai blande senza che ciò comportasse la paventata ecatombe. Dopo aver terminato gli “studi” da “Young Global Leader” ed aver fatto i compiti pandemici a casa, Sanna Marin è dunque pronta per passare alla storia: nel mese di maggio, assieme alla collega svedese Magdalena Andersson, presenta formale domanda di adesione alla NATO, a tre mesi dallo scoppio del conflitto in Ucraina, lasciandosi alle spalle una lunga tradizione di neutralità e di amicizia con la Russia che risaliva agli equilibri della Guerra Fredda. Questo processo è maturato nonostante il governo guidato dalla Marin, una coalizione di cinque partiti, comprendesse anche l’Alleanza di sinistra, formazione postcomunista erede di una certa russofilia che aveva allignato in Finlandia dopo la II Guerra Mondiale e nonostante la stessa premier, considerata esponente dell’ala sinistra del Partito Socialdemocratico, avesse a più riprese (negli anni che precedono la “promozione” a “Young Global Leader”) manifestato la sua ferma opposizione all’ingresso del suo paese nell’alleanza atlantica. Dopo l’impasse iniziale legato all’opposizione turca, con il cui governo poi Finlandia e Svezia hanno stipulato una serie di accordi bilaterali legati alla consegna di esponenti della resistenza curda che hanno trovato asilo nei due stati nordici, ora alla piena adesione del governo di Helsinki alla NATO manca la ratifica di sei membri dell’alleanza: Spagna, Portogallo, Grecia, Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca. Nel frattempo, Sanna Marin ha avuto modo di accreditarsi come avanguardia della russofobia, tagliando il numero dei visti turistici concessi ai cittadini russi (il cui costo è passato inoltre da 35 a 80 euro) e progettando di costruire un sistema di recinzioni rafforzate lungo i 1300 km di confine con la Russia. Sanna Marin ha candidamente spiegato che è vero che non sono stati i cittadini comuni a iniziare la guerra, ma è vero anche che molti la appoggiano: nel dubbio, restino a casa loro. I “giovani leader” come Sanna Marin rappresentano il volto cool del nuovo militarismo che occulta le bombe dietro gli arcobaleni, calpesta diritti nel nome dei diritti, promuove il Pensiero Unico ammantandosi di lotta per la libertà d’espressione. Alla guerra, insomma, ma con un certo stile: dagli schermi non fanno capolino i profili grifagni di generali stellettati, ma i volti imbellettati e “filtrati” di quella “generazione cool che non piace a Putin”, volti come quelli di Sanna Marin e Volodymir Zelensky. Ma che importa! Secondo una rigororosa analisi dei passi di danza formulata dal sito Politico.eu, Sanna Marin merita il massimo dei voti come ballerina ed è la persona ideale con cui fare festa insieme. Sanna Marin è la premier più cool del mondo.
Roberto Brambilla dice
INCOMMENTABILE, triste é vedere il popolo che accetta tutto questo..