Pare che, dopo una lunga e operosa vita trascorsa ad occuparsi degli affari altrui, in quest’ultimo periodo il Drago si stia godendo la pensione badando unicamente agli affari propri. Anche nel sospirato riposo, tuttavia, il Drago continua a sbuffare fuoco: attraverso le pagine del Corriere della Sera ha avuto occasione di rivendicare, proprio alla vigilia di Natale, i fantasmagorici risultati del suo governo. Riduzione delle diseguaglianze, record storico del tasso di occupazione, crescita superiore a quella di Francia e Germania: questi alcuni fra i miracoli compiuti dal più grande maggiordomo di tutti i tempi. A detta sua, se non glielo avessero impedito i partiti cattivi e irresponsabili ponendo fine al suo illuminato governo, avrebbe pure introdotto il salario minimo, beneficiando ulteriormente le famiglie a basso reddito che sono state sempre al centro delle sue preoccupazioni. “Sarei rimasto volentieri per completare il lavoro, se mi fosse stato consentito” ha sinistramente chiosato il Rettile: va a finire che è pure lui una vittima di questo mondo. Ad ogni modo, il suo agognato riposo da Drago Pensionato è messo a rischio da tutti quelli che lo tirano per la giacchetta per fargli salvare questo e quell’altro: a cavallo fra il vecchio e il nuovo anno il suo nome è stato fatto per succedere alla von der Leyen alla guida della Commissione Europea, per tornare al timone della Banca Centrale Europea e per diventare il prossimo segretario generale della NATO. In attesa di salvare l’Europa e l’Occidente dopo aver salvato l’Italia, al Drago potrebbero essere affidati i 300 miliarducci del “Global Gateway”, un piano dell’UE concepito per “sviluppare infrastrutture in tutto il mondo con particolare attenzione ai paesi asiatici, africani e sudamericani, investendo in tecnologie digitali, trasporti, sanità, clima, energia, istruzione e ricerca”, una sorta di risposta alla “nuova via della seta” di marca cinese. Nell’italietta provinciale, invece, c’è stato un avvocato che ha addirittura osato chiamare il Drago a testimoniare in tribunale: si tratta di Michele Passione, difensore del garante dei detenuti Mauro Palma nel processo relativo ai pestaggi avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile scorso. Nessuno è profeta in patria, insomma, manco Lui: dopo lo sfregio subito in occasione della mancata elezione a presidente della repubblica, è già tanto se il Drago mantiene la cittadinanza italiana. Le sue profezie, tuttavia, restano: la famosa “agenda” caratterizzerà i governi da qui all’eternità, e gli effetti del siero da lui inoculato a forza si faranno sentire anche quando il Drago sputerà fuoco solo dalle pagine dei libri di storia. “Sapevo che erano limitazioni delle libertà individuali, ma erano necessarie per garantire a tutti il diritto alla salute” le ultime parole fumose.
GR
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