Nei dintorni di Mukačevo, a ridosso del confine fra Ucraina e Ungheria, vi è un’area ferroviaria in cui sono “parcheggiati” diversi vagoni refrigerati (o uno soltanto secondo altre fonti). Queste vetture, progettate per il trasporto del pesce, contengono le salme dei caduti in guerra originari dell’oblast della Transcarpazia, regione ucraina caratterizzata dalla presenza di una nutrita minoranza ungherese. I morti si ritrovano imprigionati nei vagoni, ognuno dei quali può ospitarne fino a 500, per ragioni politiche: il regime di Zelensky, infatti, esercita un ferreo controllo anche sui funerali, che non devono mai essere troppi in una volta per evitare che la popolazione possa cogliere la differenza fra la realtà e la propaganda. E così, le salme “refrigerate” vengono rilasciate nella misura di quattro o cinque al dì, non in base all’ordine di morte, ma tenendo conti di fattori quali “i santi in Paradiso”, l’età o l’origine etnica dei soldati trapassati. I morti di Mukačevo apparterrebbero in larga parte alla 128a brigata alpinistica dell’esercito ucraino, quella nella quale si concentra il più elevato numero di soldati di origine ungherese. Questa brigata, caratterizzata dalla presenza di una minoranza etnica che coltiva propositi autonomistici sin dai tempi dell’Unione Sovietica, è stata mandata al macello a Soledar e a Bahmut, dove, a detta dei russi, i caduti di parte ucraina sarebbero stati decine migliaia. Nel paese di Zelensky, ad ogni modo, le vittime di guerra sono segreto di Stato, e le cifre vere del macabro conteggio non le conosce nessuno, forse neanche lo stesso presidente. I suoi amici occidentali, tuttavia, hanno un quadro preciso della situazione, visto che nell’ambito dell’assistenza militare all’Ucraina hanno inviato pure i vagoni della morte congelata, che sono sottoposti a stretta sorveglianza da parte dell’esercito. E dire che l’Ucraina avrebbe già dovuto averne di suoi, visto che a marzo dell’anno scorso circolò la notizia dell’invio di venti vagoni sul fronte orientale da parte delle ferrovie ucraine, allo scopo di prelevare i cadaveri di diecimila russi. In quella circostanza la società ferroviaria ebbe a precisare che gli ucraini deceduti sarebbero stati presi in consegna dalle forze armate, e dunque non “refrigerati” assieme ai nemici. Una nota a margine: di questa vicenda si sono occupati solo siti di informazione e giornali ungheresi; secondo l’Unione Europea, nell’Ungheria del diritticida Viktor Orban la libertà di stampa sarebbe a rischio, ed il 90% dei media sarebbe controllato direttamente o indirettamente dal governo. Fate voi.
GR
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