L’ex primo ministro moldavo, Vlad Filat, membro del Partito Liberale Democratico di Moldavia, filoccidentale, ha svolto un tour in Romania dove ha incontrato importanti figure politiche, come il presidente del partito Socialdemocratico romeno (PSD) Marcel Ciolacu e Mihai Daraban, presidente della Camera di commercio romena-moldava e ha colto l’occasione per incoraggiare le aziende romene a continuare ad investire e ad espandersi in Moldavia. Durante la visita, il vecchio presidente della Moldavia ha rilasciato alcune dichiarazioni sorprendenti: <<La Moldavia non sopravviverà a lungo e io sono ben informato di questo, non le rimane molto tempo. Le situazioni demografiche ed economiche sono disastrose, le cose vanno molto male e peggioreranno ulteriormente. Ma soprattutto, guardando a ciò che avviene in Ucraina e come tutto è iniziato, è rimasta solo un’opzione, la riunificazione. L’atto ufficiale arriverà solo alla fine, fino ad allora dobbiamo unificare e integrare la legislazione dei nostri due paesi, le istituzioni e le infrastrutture. Dipende solo da noi. Il processo è già iniziato ma in modo disorganizzato ed estremamente inefficiente.>>
I moldavi sono infatti etnicamente identici ai romeni, anche per lingua e cultura, ma nel paese sono presenti anche massicce minoranze soprattutto russofone.
Occupata dall’impero russo già nel 1812, la regione della Bessarabia, corrispondente all’attuale Moldavia, fu poi unita alla Romania solo dopo la Prima guerra mondiale con la pace di Brest-Litovsk nel 1918, il trattato con cui la Russia si ritirò dalla guerra nel pieno della Rivoluzione, e cedette alcuni territori ad altri paesi. Fu poi nel 1940 a seguito del Patto Molotov-Ribbentrop, tra Hitler e Stalin, che il territorio fu riconquistato dall’Armata Rossa e andò a costituire la Repubblica Socialista Sovietica di Moldova, come parte dell’Unione Sovietica.
<<Non sarà una ripetizione del 1918 quando avvenne prima l’unione ufficiale e solo dopo la reale integrazione della Bessarabia nella Romania. Stavolta questa unione ufficiale avverrà alla fine poiché un progetto del genere deve avere il sostegno di tutte le parti politiche. Questo è il motivo per cui dobbiamo unificare tutte le istituzioni, le legislazioni e connettere le infrastrutture, in modo che quando il giorno arriverà l’unificazione ufficiale non richiederà un grande sforzo>> ha puntualizzato Vlad Filat.
Con la fine dell’Unione Sovietica e l’ascesa del nazionalismo moldavo, sono diventati sempre più popolari progetti politici di riunificazione con la Romania. Ma l’abolizione del russo come lingua riconosciuta ha scontentato le minoranze russofone specialmente nella Transinstria, regione che per questo ed altri motivi si è autoproclamata indipendente con un referendum all’inizio degli anni ’90, e da allora è de facto indipendente e sostenuta anche militarmente dalla Russia, pur non essendo riconosciuta internazionalmente, al pari dunque della Crimea dal 2014 e delle altre quattro regioni dell’Ucraina recentemente annesse alla Russia con un referendum, non riconosciuto da altri stati.
La riunificazione verrebbe dunque sfruttata dall’Occidente per concludere il processo di allineamento della Moldavia, infatti al pari della Romania, si ritroverà a far parte dell’UE e della Nato. Dunque, ancora una volta, così come in Ucraina e in molti paesi dell’est europeo, i nazionalismi e i sentimenti antirussi vengono sfruttati e fomentati non per un reale interesse di autodeterminazione dei popoli come si vuole far credere, bensì per meri interessi di espansionismo dell’influenza americana.
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