Gli ultimi giorni del tristo 2022 sono stati caratterizzata da una folata di terrore che ha fatto temere un ritorno di fiamma del covidismo più genuino, quello con ascendenze cinesi. A distinguersi in questa campagna sono stati il Tg2 (a capo del quale vi sarebbe Nicola Rao, un “fedelissimo” della destra di governo), l’Ansa e l’immancabile Repubblica, che è giunta a dedicare le prime sette pagine della sua edizione cartacea del 30 dicembre alla Grande Paura per la variante Gryphon e per la diserzione della campagna vaccinale (fra i titoli: “Covid, nel Paese che trema per la nuova ondata chiudono gli ultimi grandi hub vaccinali”). Il terrore ha fatto breccia attraverso gli aeroporti, presso i quali è stato reso obbligatorio il tampone ai viaggiatori provenienti dalla Cina. L’analisi dei “professionisti dell’informazione” non fa una piega: la Cina assassina ha riaperto tutto scriteriatamente (dopo settimane di lockdown draconiani che gli stessi “professionisti” presentavano come folli e insensati) innescando una strage, causata soprattutto dal fatto che i cinesi sono stati vaccinicchiati con fiale che sono state definite “inefficaci” dai più sobri, “acqua fresca” dai più militanti. In base alla testimonianza di tale Giuseppe Sepe, “imprenditore della moda” sbarcato a Fiumicino da Pechino il 29 dicembre (e riportata, ça va sans dire, da la Repubblica), “…tutti tossiscono…il catarro, bambini, adulti, tutti quanti…in questo momento in Cina sembra di essere in un videogame: si è costretti a scansare a destra e sinistra i malati”. L’ultimo sussulto di terrorismo è maturato intorno alla circolare “tecnica” emanata dal ministero della salute, che è stata accompagnata da titoli come “Il paese si prepari: mascherine e smart working in arrivo” nonostante contenga solo raccomandazioni generiche. Poi, così come s’era alzato, il vento del terrore si è posato: è morto Ratzinger, c’è stato Capodanno e lo stesso Mattarella (fresco di ennesima “guarigione”) nel suo canonico discorso si è limitato a qualche vago riferimento alla materia. Che tutto questo sia servito per spingere qualche altro malcapitato verso la siringa di Stato o per inaugurare la campagna elettorale del Fronte Covidista in vista delle prossime elezioni regionali (con il vaccinomane D’Amato candidato nel Lazio e l’ineffabile Pregliasco in Lombardia) si chiarirà nelle prossime settimane. Intanto, un risultato lo si è portato a casa: dal primo gennaio l’app Immuni è definitivamente “dismessa”.
Ricciardo dice
A quanto riferiscono fonti attendibili che non posso citare, i custodi delle fiale rimaste inutilizzate nei locali di stoccaggio, aprono le celle frigorifere e cantano: “non restare chiuso qui, (pen)siero”.
Il Contadino dice
Ma dai, ma sul serio? Ancora insistono con lo spauracchio covidiano, non ci credo. Ormai dire di avere il covid è come dire di avere le emorroidi, le persone un po’ si schifano, ma di certo non temono per la tua prossima e certa dipartita. Il covid, con varianti annesse, non funziona più, cambiassero spartito.
In ogni caso: buon anno a tutti voi, gente di buon pensare