Ma davvero, come scrive Repubblica virgolettando Borrell «Cina e India riconoscono ‘aggressione’ russa all’Ucraina»?
Di certo Josep Borrell (Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza) ha cancellato il suo tweet senza sentirsi in dovere di doversi scusare per la sua gaffe; analogamente a quanto hanno fatto tanti altri giornali che dopo aver inneggiato alla dichiarazione di Borrell disinvoltamente hanno cancellato la “notizia”.
Ma da cosa nasce questa penosa storia? Il documento delle Nazioni unite, inizialmente passato inosservato, come fa diligentemente notare Adnkronos, non è dedicato né alla guerra né all’Ucraina (questione accennata in un paragrafo del preambolo) bensì, sulla necessità di una maggiore cooperazione tra le Nazioni Unite e il Consiglio d’Europa. Adnkronos evidenzia, inoltre, che “è improbabile che il voto preannunci un cambiamento di politica estera nell’agenda di Pechino o di Nuova Delhi, dati i loro stretti legami militari ed economici con Mosca e il loro fermo rifiuto di allinearsi con le opinioni politiche occidentali”. Opinione sottolineata nell’articolo da un commento del ministro degli esteri Antonio Tajani “È un timido segnale che va nella giusta direzione, mi auguro che India e Cina facciano scelte coraggiose e soprattutto che la Cina convinca Mosca a fare marcia indietro e concludere una guerra che nessuno vuole”.
Sì, ma perché questo voto della Cina? È verosimile che questo serva a rafforzare il suo ruolo di super partes che le sta permettendo di legittimarsi a mediatore del conflitto tra Russia e Ucraina. In fondo, la diplomazia si fa così.
Diplomazia, non figuracce come quelle di Borrell. Del resto da uno che, senza nemmeno consultare il governo italiano, ha resuscitato Di Maio nominandolo Inviato nel Golfo, c’è da aspettarsi di tutto.
ULTIM’ORA – Cina, “posizione su Ucraina non è cambiata dopo voto Onu”
La Cina ha detto che la sua posizione sulla guerra in Ucraina “non è cambiata” dopo il voto all’Onu del 26 aprile di sostegno alla risoluzione che descriveva il conflitto come “aggressione da parte della Federazione Russa”. La missione permanente cinese all’Onu, in una email al South China Morning Post, ha chiarito che il voto era “sull’intero testo e non un’approvazione di quel paragrafo” specifico. “La posizione della Cina non è cambiata e il voto non ha nulla a che fare con la telefonata tra i capi di stato” di Pechino e Kiev, Xi Jinping e Volodymyr Zelensky, avvenuta sempre il 26 aprile. (da Repubblica 5 maggio 2023)
Francesco Santoianni
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