Pare che Giorgia Meloni vincerà un premio: il Global Citizen Award 2024. Tale riconoscimento le sarà conferito, si spera con una cerimonia degna di questo nome, il prossimo settembre dall’Atlantic Council, uno degli innumerevoli think tank che curano gli interessi americani promuovendo la “cooperazione” fra le due sponde dell’Atlantico eccetera eccetera. L’Atlantic Council si presenta come organizzazione “no profit” e politicamente “indipendente”, ma fra quelli che cacciano la grana per organizzare i meeting e premiare le melonesse troviamo una ventina di governi, oligarchi ucraini e libanesi, “filantropi” di ogni ordine e grado, corporazioni dal potere smisurato quali Goldman Sachs, Pfizer e Facebook. Fondamentalmente, si tratta di un’articolazione della NATO, un “centro studi” specializzato in questioni militari che gravita nell’orbita dell’Atlantic Treaty Association, ente sovranazionale che raggruppa cenacoli di amici degli americani sparsi in tutta Europa. Il Global Citizen Award assegnato da questi galantuomini è quindi una sorta di Nobel dell’atlantismo nella sua dimensione geopolitica e militare: fra i vincitori degli anni passati, Schwab, Draghi, Trudeau e Zelensky. Giorgia Meloni sarebbe dunque sul punto di coronare la sua parabola di prima della classe del servilismo e della sottomissione verso il mostro a stelle e strisce, ambito nel quale ha saputo fare meglio di tanti suoi predecessori dell’altra parte politica. L’agognata gloria internazionale, tuttavia, giunge mentre in patria si consuma la demolizione controllata della sua figurina, portata avanti proprio da quegli ambienti che rappresentano un’emanazione degli amici americani.
L’ascesa di Giorgia Meloni nel pantheon della post-politica è maturata nel corso del triennio pandemico: da un lato, la sua è stata l’unica forza politica di rilievo a non partecipare a nessuna delle ammucchiate governative che si sono succedute dopo le controverse elezioni del 2018 (i governi Conte I e II e quello guidato dal Drago); dall’altro, il suo personaggio è stato promosso dalle agenzie mediatiche (con il decisivo apporto di quelle “nemiche”) come alternativa “credibile” al già spremuto Salvini, il cui elettorato “social” è diligentemente migrato verso il partito della Melonessa. Nel melonismo elettorale che fa il pieno alle consultazioni del 2022 confluiscono dunque diversi rivoli di “populismo” opportunamente incanalati dai padroni della diga: ostilità all’immigrazione, tutela della famiglia “tradizionale” (il tormentone Io sono Giorgia ha proprio spaccato), moderato scetticismo vaccinale e pandemico. Nonostante Fratelli d’Italia avesse rappresentato la principale opposizione parlamentare al governo Draghi, era stato poi proprio quest’ultimo a suggellare, con il suo imprimatur, l’ingresso della Melonessa a Palazzo Chigi : fra i due si era instaurato un fecondo rapporto contrassegnato dalla reciproca stima, come fra un Maestro ed una devota e diligente discepola. L’Agenda sarebbe stata per Giorgia il più sacro dei libri sacri.
Più zelenskiana di Zelensky, più bideniana di Biden e più vonderleyeniana della von der Leyen, Giorgia Meloni ce l’ha messa tutta per onorare il Drago, l’Agenda e tutto il resto, ma non si è rivelata all’altezza. Facendo un bilancio, si potrebbe dire che ha fatto lo stesso errore che fu fatale a Renzi (a sua volta vincitore del Global Citizen Award nel 2016): ad un certo punto s’è montata la testa sentendosi investita del Potere piuttosto che del “potere”, illudendosi di essere diventata qualcosa di più di un fantoccio interscambiabile e di poter quantomeno spadroneggiare nel puttanaio Italia, con lo spirito di un amministratore coloniale e la spocchia di un vicerè.. E così, ha finito col farsi molti nemici fra quelli che già amministravano la colonia per conto del Padrone a stelle e strisce, fra le consorterie e le massonerie, fra i boiardi e i vegliardi, fra i predoni e gli spioni, nel sottobosco e nel sottosuolo della Repubblica. É da quelle buie profondità che è partito l’attacco contro la Melonessa, ed è da escludere che ciò sia accaduto senza il via libera dei soliti compari d’oltreoceano. Il “killeraggio” mediatico della sua figurina di donna tutta d’un pezzo si è consumato attraverso la gogna alla quale è stata sottoposta la sua famiglia. La storia del marito che le mette le corna, risalente all’autunno scorso, con i filmati diffusi ad arte da Striscia la notizia, è un piccolo capolavoro di demolizione controllata: sono riusciti pure a stravolgerle la vita privata. Periodicamente, poi, fa capolino nelle cronache il defunto Francesco Meloni, il padre della presidentessa che mollò la famiglia negli anni ’80 per andare a vivere in Spagna, dove venne arrestato nel 1995 per traffico di hashish, subendo una condanna a nove anni di prigione. Da “pesce piccolo” quale appariva nelle prime ricostruzioni della vicenda, Meloni padre diventa “un uomo del clan Senese” in base alla testimonianza di Nunzio Perrella, un ex camorrista ed ex collaboratore di giustizia intervenuto a Report, la trasmissione di Sigfrido Ranucci, lo scorso gennaio.La sorella ed il cognato, inopinatamante promossi dalla Melonessa ai vertici del partito e del governo, sono stati trasformati in macchiette: Lollobrigida che fa fermare il treno è stato protagonista di tanti simpatici “meme”. Sarà questa l’eredità del melonismo di governo.
Secondo la vulgata che va per la maggiore, Giorgia Meloni sarebbe stata più volte rimessa in riga da Sergio Mattarella, ovvero dal supremo garante della sottomissione nazionale ai potentati esterni. Volendo pure dare credito alla storia del “conflitto istituzionale”, questo sarebbe deflagrato nel momento in cui la maggioranza ha presentato il suo progetto di riformetta istituzionale, quel raffazzonato “premierato” che avrebbe dovuto “blindare” il potere della Meloni in un conato di autoritarismo. Il “potere della Meloni”, tuttavia, ha la stessa consistenza della nebbia, e così è sempre stato. Per gli amici americani, britannici, tedeschi, francesi e israeliani, uno vale l’altro: l’importante è seguire l’Agenda e non prendere iniziative. Il Global Citizen Award sarà per Giorgia Meloni un premio alla carriera.
GR
Guido Bulgarelli dice
io non mi stupisco più di niente, se non di questo: che ci sia molta gente per cui andare a votare ha ancora senso. Finchè non si esce da questo incantesimo, non c’è nessuna reale prospettiva di cambiamento.
V dice
Andare a votare e annullare le schede. Questo saddafare per manifestare il dissenso e non prestare il fianco a speculazioni mediatiche o peggio a manipolazioni dei risultati.
Sarebbe un bellissimo segnale un sogno, avere il 90% delle schede annullate in una tornata elettorale
Umberto dice
Pare che con il denaro si possa comprare tutto o quasi, certo anche l’anima delle persone potrebbe essere comprabile e vendibile a secondo delle esigenze e perché no, a ben vedere potrebbe trovarsi gia in bella vista su di uno scaffale di un ipotetico supermercato per doviziosi belzebù. Certo come direbbe Gurdjieff l’anima non appartiene all’uomo dalla nascita ma bensì va guadagnata durante il percorso nella dimensione terrena, E proprio qui subentra la difficoltà, perché è oramai risaputo che il denaro concorre a contrastare questo nobile scopo elevato. D’altronde chi può dirsi libero dalla schiavitu del denaro, che tutto compra e tutto può. Il denaro e il potere che ne deriva è il tramite quindi attraverso il quale l’uomo può ottenere e possedere tutto quello può dare e fare. Oh! Signore dell’uomo che rendi ricercato, ossequiato, rispettato; chi per il propio valore sarebbe rifuggito e disprezzato. Che fai sopportare ciò che sarebbe inaccettabile ed accettare la più umiliante delle situazioni, che legittimi chiamandolo giusto guadagno lo sfruttamento più crudele, il furto più sfacciato e la più insaziabile avidità, che fai dare il torto a chi ha ragione e premiare chi non è il migliore e ottenere il proibito. Così che quella forza che sia sotto forma di inchiostro e carta o luccicante oro è capace di dominare l’uomo disposto a farsi dominare in ultima analisi è una manciata di fumo, un vuoto simulacro, il padrone dell’uomo è ancora una volta un fantasma della mente. È’ propio per questo, perché in se il denaro non ha valore che può dominare solo chi e disposto a farsi dominare a chi è disposto a vendere la propria anima al diavolo ;”come si usa dire”. Quindi certo il Dio denaro dispone di innumerevoli anime da usare a piacimento e una volta bruciate, smontate e consumate può semplicemente sostituirle con un’altra storia una nuova faccia e chissà qualcuno che alla gente esteticamente piaccia.
Bru dice
Da chiarire: chi e’ che ha organizzato l’attacco contro la Meloni? L’Atlantic Council – la parte peggiore dello Stato Profondo angloamericano la vuole salvare (da quel che dite) e chi, invece la vuole affondare? Oppure gli attacchi sono un avviso ? Ma, avviso perché? Su cosa ma Meloni stava sgarrando per rendersi necessari tale avviso? Avete considerato il fatto che il “conservatore” più vicino a, e più sostenuto da Trump e’ Orban la cui strategia anti anti Russia sta attraendo alleati, per esempio in Slovacchia (ora anche il nuovo Presidente oltre che Fico) e persino in Polonia…?
Paolo dice
La suddetta, che non può essere non soprannominata la Badoglia, mieterà quello che ha seminato. Ha tradito le sue idee, se mai le ha avute, è venuta meno di tutti i suoi interventi di quando era all’opposizione e per questo, ovviamente, non le si può che augurare di pagare il dovuto pegno. Il problema di fondo è che siamo sempre in mano agli inglesi e ricordiamoci quello che disse all’indomani del 1946: gli italiani NON potranno mai un governo di unità nazionale fintanto che i nostri interessi graviteranno sul Mediterraneo e nel medioriente e qualora se ne formasse uno lo impediremo con qualsiasi mezzo, anche violento se serve. Mi pare che i fatti di questi ultimi 70 anni siano la dimostrazione più chiara delle parole di quell’infame essere.