Dal primo gennaio 2023 anche la Croazia entra a far parte del “club dell’euro”, adottando la moneta che tanti benefici ha prodotto da noi e altrove (in Grecia, per esempio) e coronando un processo di avvicinamento all’Occidente iniziato con l’ingresso nella NATO del 2009 e proseguito con quello nell’Unione Europea, maturato nel 2013. Nella messinscena andata in onda la notte dell’ultimo dell’anno, mentre il ministro delle finanze Marko Primorac e il governatore della banca centrale croata Boris Vujcic ritiravano le prime eurobanconote in quel di Zagabria, al confine fra Croazia e Slovenia Ursula von der Leyen incontrava il primo ministro Andrej Plenkovic, il quale il giorno dopo le ha offerto un caffè pagando in euro, dando vita ad uno di quei siparietti che tanto piacciono agli eurorincoglioniti. Lo scorso anno il parlamento croato aveva ratificato l’adozione dell’euro con una maggioranza schiacciante: 117 voti a favore ed appena 13 contrari, con “destra” e “sinistra” tutte insieme appassionatamente. La forza di opposizione dei “Sovranisti Croati” aveva raccolto oltre 300000 firme per indire un referendum sulla questione, ma ovviamente non se n’è fatto nulla: come i “padri dell’Europa” ci hanno sempre detto, queste sono questioni troppo delicate per essere sottoposte alla volontà popolare. Contestualmente all’ingresso in zona euro, la Croazia entra anche nell’area Schengen, quella all’interno della quale è possibile circolare (in teoria, vedi i blocchi alle frontiere in tempo di Covid) senza passaporto e senza controlli alle dogane, “privilegio” dal quale sono state recentemente escluse Bulgaria e Romania per il veto di Austria e Paesi Bassi. Tutti i fogliacci del pensiero unico hanno sottolineato che per “entrare in Europa” c’è la fila, mentre l’unico paese che ne è uscito si troverebbe sull’orlo del baratro economico. Il commissario europeo per il commercio, l’euroinomane perso Valdis Dombrovskis, ha auspicato che l’Ucraina possa seguire presto l’esempio croato, anche se, a dirla tutta, a Kiev e dintorni la miseria ce l’hanno già. Il già menzionato banchiere centrale Vujcic ha citato addirittura Bob Dylan per perorare la causa dell’eurosuicidio, sostenendo che When you ain’t got nothing, you got nothing to lose. Alla richiesta di chiarimenti di tutti quelli che non sapevano l’inglese, ha precisato:”Se non si ha una politica monetaria indipendente, cosa si perde entrando nell’Unione monetaria?”.
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