A gennaio la compagnia cinese Capeic (Xinjiang Central Asia Petroleum and Gas Co) ha firmato un accordo con i talebani per estrarre petrolio in Afghanistan per 25 anni, annunciando investimenti per 150milioni di dollari il primo anno e 540milioni nei tre successivi.
Si tratta del primo investimento estero in Afghanistan da quando i talebani hanno preso il potere nell’agosto del 2021. Infatti, il governo di Kabul ora fa fatica ad essere riconosciuto internazionalmente, ma sta cercando di stringere rapporti diplomatici internazionali, specialmente con Russia e Cina.
Pechino temeva inizialmente che il paese, con l’ascesa al potere dei talebani, potesse diventare un covo per militanti della minoranza uigura dello Xinjiang, ma Kabul ha promesso che ciò non sarebbe avvenuto e in cambio la Cina ha offerto loro sostegno economico e investimenti per la ricostruzione.
Tuttavia, l’espansione dell’influenza di Pechino nel paese sta attirando l’opposizione da parte di militanti dell’Isis-Khorasan, branca dell’Isis che ha sede nella provincia afghana di Khorasan. I militanti, nemici dei talebani al governo, a dicembre avevano anche compiuto un attentato terroristico al Longan Hotel, nella zona commerciale di Kabul, che è molto frequentato da diplomatici e imprenditori cinesi. Pare però essere stato fermato repentinamente dalle forze di sicurezza talebane che hanno aperto il fuoco e ucciso tre attentatori. L’attacco era giunto proprio il giorno dopo che l’ambasciatore cinese a kabul aveva incontrato il viceministro degli affari Esteri.
Ma oltre al petrolio la Cina potrebbe avere interesse nell’estrazione delle terre rare. Infatti, il paese è ricchissimo di riserve di litio paragonabili a quelle della Bolivia, altro paese dove l’influenza cinese pare prendere il sopravvento, ma non è ancora noto se ci sarà un accordo tra la Cina e i talebani per l’estrazione di questo minerale.
Tuttavia, a gennaio le autorità hanno arrestato cinque uomini, di cui due cittadini cinesi, che stavano contrabbandando circa mille tonnellate di rocce contenenti litio. “Si stima che le rocce sequestrate contengano circa il 30% di litio” ha dichiarato un ufficiale talebano del ministero per le miniere e il petrolio “sono state estratte di nascosto da Nuristan e Kunar, due province al confine con il Pakistan”. Pare che l’obiettivo fosse di trasportarle in Cina transitando prima per il Pakistan.
Il litio afgano può essere infatti un componente cruciale per la produzione cinese di batterie di ampia capacità per veicoli elettrici e per sistemi di accumulo di energia pulita. Ciò costituisce una sfida per la transizione ecologica in Europa e negli Stati Uniti, le terre rare afghane potrebbero essere infatti di enorme importanza per i piani di Pechino. Il paese però ha anche altre terre rare come il rame, il nichel e il cobalto, che potrebbero essere fondamentali per la transizione ecologica cinese. Infatti, è già in corso un dialogo per un accordo per estrazioni di grandi quantità di rame. Si stima che in Afghanistan ci siano minerali e terre rare, incluso il litio, per il valore di mille miliardi di dollari, ma decenni di guerra hanno impedito lo sviluppo delle estrazioni nel paese.
Stavolta la Cina si avvicina ad un monopolio globale sui minerali rari fondamentali per il settore tecnologico. In un periodo in cui ci sono massicci investimenti nella transizione digitale a livello globale, Pechino potrebbe conquistare il monopolio nel settore.
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