Giorgia Audiello
Avanti.it
Il primo giugno 2016, alla presenza dei rappresentanti politici più potenti d’Europa, è andata in scena in Svizzera la cerimonia d’inaugurazione del tunnel del Gottardo, la galleria ferroviaria più lunga al mondo – 57 chilometri – costata circa 11 miliardi di euro. Ad attirare l’attenzione, tuttavia, non è stata tanto la nuova grandiosa opera infrastrutturale, quanto la cerimonia per la sua inaugurazione, ricca di simbolismi esoterici con chiari riferimenti satanici e connotazioni esplicitamente sessuali. La messinscena, affidata al regista Volker Hesse, è costata alla Svizzera 9 milioni di franchi, ben 8 milioni di euro, e non poteva non attirare l’attenzione degli osservatori più attenti ed esperti di rituali simbolici dalle venature neopagane, massoniche e apertamente sataniste. Persino in un breve articolo di Repubblica, dal titolo “Cerimonia satanica all’inaugurazione del San Gottardo?”, si legge che «Per qualcuno si sarebbe trattato di una cerimonia satanica vera e propria, di un rito voluto dal Nuovo Ordine Mondiale e dalla Massoneria per dedicare l’opera a Lucifero». Se non è possibile stabilire con certezza chi abbia realmente commissionato lo “spettacolo” e a quale scopo, l’interpretazione del rituale messo in scena può aiutare comunque a comprendere il messaggio simbolico della “celebrazione” che sottende un’imprescindibile componente occulta implicante anche riferimenti all’ambito religioso.
Alla base vi è l’avvento di una “nuova era” – come quella evocata dalle scritte sul monumento delle Georgia Guidestones – che rappresenta il rovescio del “regno di YHVH”, il Dio ebraico (considerato come crudele demiurgo dalla tradizione gnostica) o di Cristo secondo la tradizione cristiana. Si tratta, dunque, dell’era di Lucifero che nella cerimonia è simboleggiato dal caprone o Bafometto, il quale entra in scena dopo una danza di adorazione in suo onore. Per entrare in contatto con le entità demoniache – presenti durante tutto lo spettacolo – si rende necessario un collegamento o “portale” che nella rappresentazione compare più volte sull’enorme maxischermo situato alle spalle degli attori e di fronte al pubblico e sul quale compaiono figure e immagini di vario tipo, tra cui la via d’accesso per la nuova era. Vi è, dunque, un chiaro collegamento simbolico tra il portale “spirituale” che conduce al “nuovo ordine mondiale” e il tunnel che attraversa la montagna (il Massiccio del San Gottardo): quest’ultima rappresenta un potere stabile e forte, ossia il regno del vero Creatore, YHVH. Così come è presente una correlazione tra il tunnel e il portale, allo stesso tempo vi è anche una correlazione tra la montagna e Dio: se la prima non consentiva il passaggio e doveva essere attraversata con grandi pericoli e difficoltà, allo stesso modo, il secondo non permette l’instaurazione della nuova era rappresentata dalla “governance globale” o governance 4.0 teorizzata a Davos. Il portale o tunnel rappresenta – in realtà illusoriamente – lo strumento necessario per superare il regno del vero Creatore e giungere all’unione mondiale.
La cerimonia esterna (che segue quella al chiuso) inizia con una marcia di uomini e donne vestiti da operai che si muovono come zombie privi di volontà. Improvvisamente alcuni di loro cominciano a correre verso la montagna raffigurata sul maxischermo e qui iniziano ad arrampicarsi, cadendo però sempre al suolo: si tratta della raffigurazione dell’uomo che sfida il potere di Dio (la montagna) fallendo di continuo nella sua opera di superbia, sebbene sostenuto dalle conoscenze esoteriche trasmesse dalla massoneria. Ad un certo punto sullo schermo compare un’apertura rotonda al centro della Terra (il portale) e gli uomini in scena cominciano a svestirsi: metaforicamente significa abbandonare i vecchi abiti o tradizioni per “rinascere” nel nuovo ordine di cose. Comincia, dunque, una danza frenetica e selvaggia di invocazione al caprone/Satana che compare tra gli uomini non prima di aver ricevuto il suo sacrificio umano: in questo caso le morti degli operai occorse durante la costruzione del tunnel – nove in totale – rappresenterebbero il sacrificio. Nello spettacolo, infatti, tre attori-acrobati – rappresentanti gli operai – sospesi attraverso delle funi davanti al maxischermo vengono ritratti privi di vita, mentre alle loro spalle sullo schermo si vede il portale che si apre per ricevere il sacrificio di vite umane. Solo in seguito, il caprone/Satana compare sulla Terra tra gli uomini per instaurare il suo regno: segue, dunque, una danza orgiastica in cui il caprone sodomizza una donna. Tutti venerano Satana che è venuto a dare l’avvio ad una nuova era dove le leggi della fisica vengono stravolte e domina il regno della tecnica fino alla trasformazione dell’umano in macchina (transumanesimo). Naturalmente, questa è l’estrema sintesi di una delle possibili interpretazioni, sebbene molto aderente a ciò che è stato messo in scena. Coloro, invece, che vogliono negare il significato e i riferimenti satanici, spiegano che la rappresentazione racconta l’antica leggenda svizzera del “ponte del diavolo”. In ogni caso, il riferimento al demoniaco e al soprannaturale non manca, tanto che a un certo punto viene intonata una canzone il cui testo è il seguente: «Biancheggia la via vertiginosa, conduce tra la vita e la morte, se non puoi destare la valanga che dorme, percorri in silenzio le vie dell’orrore. Un ponte si libra in alto sul ciglio del baratro orrendo e incurvato, non fu costruito da mano umana, nessuno avrebbe tentato».
Se la cerimonia e il suo significato sono già profondamente inquietanti per sé stessi, ancora di più lo è sapere che la rappresentazione si è svolta sotto gli occhi compiaciuti dei più importanti capi di governo europei – tra cui Angela Merkel, Matteo Renzi e Francois Hollande – e di alcuni importanti rappresentanti religiosi. Certamente ciò non significa che quest’ultimi abbiano legami con ambienti massonici o esoterici, o comunque non sarebbe facile dimostrarlo, ma certamente che vi sia uno stretto legame tra la figura del demonio e il capitalismo, in quanto il primo rappresenta i possedimenti e il potere terreno, rappresenta la ricchezza e il denaro, ossia proprio il cuore pulsante del capitalismo, che è il culto illimitato del denaro e che domina ormai incontrastato a livello globale. In questo senso, il capitalismo incarna ciò Agostino d’Ippona – ne “La Città di Dio” – definiva la Civitas terrena, ossia la città della carne e del Diavolo fondata da Caino, contrapposta alla Civitas Dei, la città dello spirito o città celeste fondata da Abele. È chiaro che l’epoca attuale, attraversata dal culto illimitato del denaro, del transumanesimo e della sovversione di tutti i valori, è quella della Civitas terrena, della “new age” o nuova era che corrisponderebbe all’avvento di un’epoca anti-cristica.
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