Proseguono i controversi test in un ospedale di una piccola città in Kenya per sviluppare una identità digitale biometrica per i neonati legata ai vaccini.
Il nuovo metodo prevede la scansione di quattro dita e delle impronte digitali dei neonati, insieme alla voce dei loro tutori. Lo scopo è monitorare le identità e legarle anche alle storie vaccinali, e dovrebbe essere usato per i primi 24 mesi di vita dei bambini, per verificare che vengano loro somministrate le otto vaccinazioni previste più una facoltativa.
Dopodiché, secondo quanto promesso dal gruppo che ha sviluppato il sistema biometrico, le registrazioni sia delle impronte digitali dei neonati sia delle voci dei tutori dovrebbero essere rimosse.
Il programma per cui si stanno attualmente effettuando i test clinici, all’ospedale Kinango Sub-County di Kwale, in Kenya, nasce nel 2019 da un partenariato tra l’Istituto di ricerca medica del Kenya (KEMRI), la compagnia giapponese NEC (Nipponic Elettric Company) leader nelle autenticazioni biometriche e nelle tecnologie digitali anche legate al 5G, e l’università di Nagasaki.
I test, che sono iniziati a settembre e dureranno fino a marzo, hanno coinvolto circa mille neonati e i loro tutori. Sebbene non siano ancora terminati si stanno ottenendo già i primi risultati, che i partner hanno descritto come “molto incoraggianti”.
Altri test sono pianificati in più ospedali, e il Kenya è stato scelto come paese che vedrà presto interamente sviluppato il sistema di raccolta biometrica delle impronte digitali dei neonati. Il piano si dovrebbe realizzare entro la fine dell’anno.
Il progetto rientra negli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs) come parte dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, e usa l’espediente di fornire un’identità legale e una registrazione delle nascite a tutti i neonati e di ridurre la mortalità infantile.
NEC è considerata un leader globale nella raccolta di dati biometrici: riconoscimento facciale, dell’iride, dell’impronta digitale, riconoscimento vocale. E sta lavorando anche ad altri progetti nell’Africa sub-sahariana.
Ecco un altro esempio di come l’élite promuova piani distopici, basati sul transumanesimo e sulla sorveglianza digitale, utilizzando come copertura obiettivi benevoli, come lo sviluppo sostenibile o la lotta alla mortalità infantile.
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