È sempre più tesa la situazione politica in Israele per la riforma Levin.
Lunedì circa 100mila manifestanti si sono radunati a Gerusalemme al di fuori della Knesset, mentre all’interno, durante la discussione per la riforma, era in atto uno scontro feroce tra i parlamentari di opposizione e il governo, con veri e propri tafferugli, urla, cori e pianti. Molti di loro insultavano il governo con appellativi come “fascista” o “traditore”, alcuni sono stati espulsi con la forza, mentre gridavano “vergogna!”.
Netanyahu, attualmente sotto processo per accuse di corruzione, con la riforma accentrerebbe nelle sue mani ampi poteri a discapito della Corte Suprema. Egli sostiene che tali cambiamenti del sistema giudiziario siano necessari per ristabilire l’equilibrio.
“Chiedo ai capi dell’opposizione: smettetela di trascinare deliberatamente il paese nell’anarchia, la maggior parte dei cittadini israeliani vuole l’unità” ha accusato Netanyahu “l’opposizione sta impazzendo alla Knesset e i loro parlamentari stanno saltando sulle sedie, Ron Huldai (sindaco di Tel Aviv) sta espressamente incitando alla violenza, e nella protesta animata dalla sinistra stanno definendo il primo ministro un traditore”.
L’emittente pubblica israeliana Kan ha pubblicato un sondaggio secondo il quale solo il 28% dei cittadini sostiene la riforma, mentre il 50% si oppone. Domenica sera, in un raro intervento, il presidente Isaac Herzog ha fatto un appello televisivo all’unità, affermando che Israele sia sull’orlo del “collasso costituzionale e sociale” e invitando tutte le parti al dialogo. Tuttavia, i leader delle opposizioni, Benny Ganz e Yair Lapid, rifiutano di dialogare con il governo ponendo come condizione imprescindibile lo stop immediato della riforma.
Gli oppositori percepiscono questa come una battaglia per salvare la democrazia dalla deriva autoritaria di Netanyahu e della nuova coalizione di estrema destra, e paventano anche un rischio di isolamento internazionale e di perdita di diritti umani e civili. Di fronte ad un tale livello di dissenso il governo sarà costretto a tornare sui suoi passi?
AS
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