Francesco Santoianni
Avanti.it
Ancora mistero fitto sul perché in Italia, dal 31 marzo, improvvisamente, sia stata interdetta ChatGpt, la piattaforma di intelligenza artificiale e apprendimento automatico che, incrociando i dati da un enorme database, crea plausibili testi o immagini su qualsiasi argomento. Tra le spiegazioni più o meno ufficiali, ma non vere, quella secondo la quale lo avrebbe deciso il Garante della Privacy o sarebbe stata suggerita dall’allarme lanciato da 2000 accademici e opinion leader (che, tra l’altro, lo hanno fatto per motivi ben diversi da quelli proclamati) o sarebbe stata, surrettiziamente, vietata dai nostrani servizi di sicurezza in quanto le fake news che si potrebbero creare con l’intelligenza artificiale metterebbero a rischio la “sicurezza nazionale”. E a suffragare quest’ultima teoria troneggia su tutti i media l’immagine di Papa Francesco che indossa un vistoso piumino bianco: una innocente foto fake creata con Midjourney, un’altra piattaforma di intelligenza artificiale. Davvero improbabile, comunque, che saranno le foto fake realizzate con l’intelligenza artificiale a minacciare la “democrazia” anche perché, le foto-fake, quasi sempre, possono essere smascherate anche senza essere esperti.
Tra i primi casi, le numerose foto commissionate, dapprima, dall’Impero britannico per destabilizzare il Regno delle Due Sicilie e, successivamente, dai Savoia per screditare i Borbone ai quali avevano appena sottratto il regno. Raffiguravano l’avvenente Maria Sofia, consorte di Francesco II delle Due Sicilie, nuda in pose lascive o, addirittura, intenta a pratiche erotiche con vari uomini. Questi grossolani fotomontaggi – distribuiti nel popolino napoletano nel 1860 e ridiffusi dai Savoia nel 1862 tra le corti europee – oggi non avrebbero alcuna credibilità; non così allora quando la fotografia era sinonimo di inoppugnabile verità.
Tra coloro che smascherarono queste foto, un intellettuale campano – tale Felice d’Alfonso – che ebbe l’ardire di affidare ad un giornale una interessante considerazione: ma quale interesse avrebbero avuto Maria Sofia e i suoi presunti innumerevoli amanti a mettersi in posa davanti ad un fotografo che, se avesse duplicate le foto, li avrebbero esposti ai più turpi ricatti? Un convincente “cui prodest?” riproposto, anni dopo, per le foto-fake raffiguranti le mani mozzate ai bambini belgi dai soldati tedeschi (che trascinarono l’Italia nella Prima guerra mondiale) da un ben più celebre intellettuale campano, Benedetto Croce, il quale evidenziò l’illogicità di quelle presunte efferatezze. L’occupazione tedesca del Belgio era, infatti, finalizzata all’invasione della Francia, non all’attuazione di una qualche pulizia etnica, per la quale, cioè, bisogna terrorizzare la popolazione autoctona per costringerla a fuggire. Corollario di questa strategia era l’esigenza per la Germania di garantirsi un Belgio relativamente tranquillo dopo che – già nei primi giorni dell’invasione – era stata neutralizzata gran parte della resistenza.
In questo contesto, come fece notare anche uno storico di allora, Arthur Ponsonby: «sarebbe stato del tutto illogico per la Germania non solo organizzare (secondo il Financial Times veniva direttamente dal Kaiser la direttiva di torturare i bambini, specificando, tra l’altro, quali torture dovessero essere eseguite) ma anche permettere ufficialmente il compiersi di tali gratuite atrocità contro la fascia più inerme della popolazione. […] In altri termini, di fronte a queste atrocità, cosa altro avrebbero fatto gli abitanti dei paesini teatro di tali infamie se non avventarsi, magari con qualche coltello da cucina, sul primo tedesco che passava? Se questo si fosse verificato, la Germania si sarebbe trovata ad affrontare una resistenza immensamente più feroce di quella che caratterizzo l’invasione del Belgio, durante la guerra franco-prussiana, nel 1870.»
Fondamentale, quindi, prima di analizzare foto o video sospetti, domandarsi il contesto nel quale sarebbero stati realizzati per trovare eventuali incongruenze. Che non sempre saltano all’occhio. Soffermiamoci, ad esempio, sue queste due foto.
La prima (A), oggi celebre, che mostra Papa Francesco imbacuccato in un vistoso piumino bianco, può evidentemente essere percepita come vera nonostante la vistosa deformazione della sua mano destra (retaggio della prima release di Midjourney la popolare piattaforma di intelligenza artificiale che produce immagini a partire da un testo con la quale è stata realizzata la foto); la seconda (B) mostra Papa Wojtyla che, attorniato da fotografi e fans, si dà ai bagordi in una discoteca. Una foto, quest’ultima, nonostante si tratti di un perfetto fotomontaggio, percepita come evidentemente falsa. Perché? Perché è inverosimile che un papa, pubblicamente, possa comportarsi così. A meno che… a meno che non sia pazzo.
Non a caso è proprio questa la motivazione con la quale vengono supportate, altrimenti inverosimili, fake news. Come quella dei cecchini di Assad che si allenavano sparando contro i pancioni di donne incinte; o Gheddafi che distribuiva Viagra ai suoi soldati per stuprare donne invece di utilizzarli contro gli assalitori della NATO; o Ceaușescu che, dopo aver ordinato di squartare gli oppositori, faceva ricucire i loro corpi; o Saddam che torturava, sistematicamente, le sue guardie del corpo con una lama elettrica… un caso a sé è poi la crociata condotta a colpi di surreali fake contro il leader della Corea del Nord Kim Jong-un (detto anche il “super-pazzo”), il quale, secondo “autorevoli” media, avrebbe: dato in pasto lo zio a 120 cani affamati; giustiziato la sua ex-fidanzata, insieme al suo gruppo musicale, per aver girato un video pornografico; fatto uccidere (con gas Sarin in un affollato aeroporto) il fratellastro; fatto polverizzare un funzionario del Partito Comunista con una cannonata; fatto rapire un famoso regista per rilanciare l’industria cinematografica della Corea del Nord; imposto alla Corea un fuso orario sfalsato di 28 minuti; imposto che qualcuno controlli l’insalata al microscopio prima di mangiarla; ordinato la sua elezione a “uomo meglio vestito della Corea del Nord”; vietato le merendine al cioccolato; fatto giustiziare il suo ministro della difesa che si era addormentato in una cerimonia ufficiale; ottenuto le “squadre del piacere” composte da giovani vergini; ordinato di uccidere i cani a bastonate e poi mangiarli; fatto rapire un turista mormone per poter avere un insegnante di Inglese… (la linkografia, quasi completa, di queste buffonate la trovate qui alla voce “Il caso Corea del Nord”)
A questo punto ci sarebbe da chiedersi come farebbe l’intelligenza artificiale a peggiorare la situazione delle fake news, così come paventato dai nostrani servizi di sicurezza! Battute a parte, l’irrompere di questa nuova tecnica rende vane (soprattutto per i video) tutta una serie di strumenti di analisi che permettevano lo smascheramento di video (anche quelli realizzati con il Deep Fake). Ma sul come, oggi, smascherare foto e video fake sarà il caso di ritornarci.
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