Qualche settimana prima di essere incoronato, Carlo III aveva dato il suo Royal assent alla promulgazione di una legge che consente “innovazioni biotecnologiche” nell’ambito dell’agricoltura e dell’allevamento. Le aziende britanniche operanti in tali settori potranno modificare il Dna di piante ed animali attraverso la procedura dell’editing genico, grazie alla quale sarà possibile effettuare interventi mirati per rimuovere, disattivare o ricalibrare determinati geni responsabili della crescita, dell’adattabilità e della resistenza alle malattie. La pratica è anche presentata come “allevamento di precisione” e ha come orizzonte quello di dare vita a manzi e pollastri perfetti, che crescono in men che non si dica, si nutrono di chimica e hanno le carni non soggette ai fisiologici processi di putrefazione. Pure questa legge è in qualche modo figlia della Brexit, visto che l’UE non consente (ancora) queste “innovazioni biotecnologiche”, al contrario di paesi come Stati Uniti e Australia, ai quali il Regno Unito si è allineato: è anche previsto che il cibo “Frankenstein” non abbia nessuna etichettatura distintiva, in modo che i consumatori se ne sazino a prescindere dalla loro volontà. Dietro l’approvazione del Genetic Technology Precision Breeding Act vi sono ragioni nobili: salvare il pianeta, fronteggiare il cambiamento climatico, produrre cibi più salubri e nutrienti. Queste sono da sempre le battaglie di re Carlo, uno che “come scettro impugna un annaffiatoio” e che viene considerato un po’ il nonno dell’ambientalismo moderno. Tale ruolo gli deriva da un succoso aneddoto che ama raccontare: nel 1970, quand’era ancora un principello sbarbatello, aveva esposto in pubblico le sue preoccupazioni per l’inquinamento, le emissioni di gas serra e il clima che andava cambiando, ma tutti l’avevano preso per pazzo, liquidando le sue profezie come eccentricità principesche. Oggi che è un monarca da tutti osannato, Carlo preserva l’indole ribelle e visionaria coltivando l’amicizia con Greta Thunberg, appoggiando le iniziative di Extinction Rebellion e monitorando la sua impronta di carbonio, che è pari a settanta volte quella media di un cittadino europeo ma che lui subito “compensa” con i suoi progetti green, come quello dei giardini di Highgrove House, la tenuta reale situata nell’Inghilterra sud-occidentale che è oggi un paradiso della biodiversità. Dopotutto, Carlo III l’ambientalismo ce l’ha nel sangue, come si suol dire, visto che suo padre, il recentemente scomparso principe Filippo, era stato nel 1961 fra i fondatori del WWF assieme ad altri saggi filantropi come Godrey Rockefeller e l’altro principe Bernardo dei Paesi Bassi. Negli anni, forse subendo l’influenza del figlio, la sensibilità di Filippo per le tematiche verdi era cresciuta al punto da sfociare in una lucida e profetica follia: nel 1988, durante una conferenza stampa , egli fece una dichiarazione che gli è rimasta scolpita addosso anche dopo la sua dipartita, ovvero “Se dovessi reincarnarmi vorrei essere un virus letale per eliminare la sovrappopolazione; la crescita dell’uomo è la più grave minaccia per il pianeta”. Se quindi Carlo è il nonno dell’ambientalismo, Filippo è il bisnonno: quando ancora i plebei si scannavano con quella robetta chiamata Guerra Fredda, loro due guardavano avanti, preoccupandosi dei panda e non delle bombe atomiche. Per questo, tutta l’umanità è in debito con i Windsor, e se un domani la signora con la falce dovesse bussare alle vostre porte nelle sembianze virali del principe Filippo, bisognerà solo farsene una ragione. Qualcuno di questi ambientalisti che s’erano esaltati per la sua ascesa al trono, ha finito col dare a Carlo III del traditore dopo il suo via libera al Genetic Technology Precision Breeding Act, ma si tratta di menti piccole piccole: solo “hackerando” l’uomo e la natura sarà possibile salvare entrambi, come da tempo sostengono altri amici di re Carlo come Klaus Schwab e Yuval Noah Harari. Per chi di dovere, il pianeta sarà qualcosa fra un parco di divertimenti e una riserva di caccia; per tutti gli altri, ci sarà il principe Filippo reincarnato.
GR
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