Il Qatar siamo Noi #7
La squadra più “ribelle” di tutte è l’Inghilterra. Lo si è capito dopo le prime due partite: gli inglesi sono stati gli unici ad inginocchiarsi prima del calcio d’inizio. Lo hanno fatto per combattere il razzismo e supportare la causa Black Lives Matter e, giacché c’erano, ci hanno infilato pure qualche rivendicazione per la libertà in Iran. Prima dei mondiali, riuniti in solenne assemblea, i 26 membri della rosa inglese, fra una citazione di Nelson Mandela ed una di Martin Luther King, hanno deliberato che la lotta al razzismo viene prima dei gol. Non è stato un ammutinamento: lo stesso ct Southgate è partecipe dell’iniziativa. “È ciò che rappresentiamo come squadra e che abbiamo fatto per un lungo periodo di tempo”, ha spiegato l’allenatore, dimenticandosi che nelle due precedenti partite ufficiali i suoi si erano dimenticati di inginocchiarsi. Sembrava che l’inginocchiamento, di squadre, ne rappresentasse parecchie, ma così non è stato: son rimasti in piedi i gallesi (perlopiù pronipoti di rozzi minatori sovranisti) e persino gli americani, che proprio prima della partita contro l’Inghilterra hanno assistito impassibili alla sceneggiata degli avversari. Una sceneggiata piuttosto fiacca: in tutto son rimasti giù tre secondi. Pare sia tutta colpa degli arbitri, che fischiano subito e se ne sbattono della lotta al razzismo. La stessa classe arbitrale ha di fatto impedito, minacciando cartellini, che i capitani di sette nazionali dell’Europa occidentale potessero scendere in campo con la fascia arcobaleno per lottare pure contro l’omofobia. Le federazioni di Belgio, Danimarca, Galles (sull’omofobia ci sono, ma del razzismo continuano a fottersene), Germania, Inghilterra, Olanda e Svizzera hanno detto in coro che sarà lotta dura senza paura, ma che non possono permettere che i calciatori rischino un cartellino giallo. Fra le squadre europee, significativa è la defezione della politicamente correttissima Francia, che si è ribellata alla ribellione smarcandosi da tutte le iniziative. Ad ogni modo, le proteste stanno funzionando: ieri sera, mentre i calciatori inglesi erano in ginocchio, i maxischermi a Doha sono stati oscurati, come riportato da The Sun. Insomma, il Qatar è a un passo dalla rivoluzione, e gli emiri mostrano segni di nervosismo: nelle ore prima della partita sono stati bloccati anche tifosi albionici vestiti da crociati (contestatori “di destra”?). Non ha fatto notizia, invece, né in un senso e né nell’altro, l’inginocchiamento dei giocatori dell’Ecuador al termine della vittoriosa partita contro il Qatar: riuniti in circolo a bordo campo, gli ecuadoriani hanno alzato le braccia al cielo in segno di preghiera e di ringraziamento a Dio, tutto questo dopo aver umiliato sul campo i padroni di casa wahhabiti. Forse forse i veri crociati sono loro. Agli ottavi di finale potrebbe esserci Inghilterra-Ecuador.
GR
amichel dice
Segnalo anche il fronte RAI “lotta dura senza paura” con le conduttrici che mostrano, sprezzanti del pericolo, vistosi bracciali arcobaleno e telecronisti che fanno pubblica ammenda in diretta per aver pronunciato la parola “razza” 10 minuti prima….Dalle colline si sa, la visuale globale del mondo è migliore.
Rolando dice
È alquanto ambiguo che a manifestare i diritti degli “altri” venga espresso da una nazione che ha praticato, l’imperialismo e con esso si è fatta grande, e ancora tutt’ora con sistemi adeguati ai tempi lo pratichi a danno di altri popoli.
Più pragmatica la nazionale francese, che essendo per lo più composta di immigrati (coloniai), non sente la problematica tira avanti come niente fosse.
È una manifestazione che va BOICOTTATA perché piena di contraddizioni MORALI