Il Qatar siamo Noi #5
Con una mitologica prestazione di fede e collettivismo, il Giappone ha battuto per 2 a 1 la Germania, che rientra sempre fra le favorite d’ufficio. Dopo essersi portati in vantaggio col solito rigore e prima di essere travolti dalla furia nipponica negli ultimi venti minuti, i tracotanti tedeschi avevano avuto una decina di occasioni per chiudere la partita. Qualcuna bella grossa se l’era fumata Jamal Musiala, ala diciannovenne ribattezzato “il Messi di Germania” (Lothar Matthaus dixit). La telecronaca RAI del tedescofono e tedescofilo Stefano Bizzotto è stata tutta un “Musiala…Musiala…Musialaaaa…! È un fenomeno!” mentre la palla se ne andava in tribuna. Nel raccontare la sua complicata storia di ascendenze, trasferimenti e patriottismi a buon mercato, Bizzotto ci ha tenuto a sottolineare che Musiala è un figlio della Brexit: è nato a Stoccarda, si è trasferito in Inghilterra all’età di sette anni per seguire sua madre Carolin, dottoranda a Francoforte e vincitrice di una borsa di studio Erasmus, giocando nelle giovanili del Southampton prima e del Chelsea poi, ha infine fatto ritorno in “patria” nel 2019 sull’onda della Brexit, che aveva prodotto un’insanabile ferita nell’animo cosmopolita di mamma Carolin (ma il padre, anglo-nigeriano, vive ancora a Londra). In realtà, è tutta una fregnaccia, e quella di Jamal Musiala, il cui cartellino vale oggi 250 milioni di euro, è la storia di un apolide le cui facoltà pedatorie sono state oggetto di mercimonio, con la decisiva complicità della famiglia, sin da età tenerissime. Appena giunti a Southampton, i genitori si presentarono senza appuntamento alla sede della prestigiosa squadra locale per mostrare le doti di quello che era già un baby fenomeno. All’età di nove anni, Musiala venne “acquistato” dal Chelsea, che formulò un’offerta che non si poteva rifiutare: borsa di studio per l’elitaria Whitgift School per il bambino, posto da dirigente in una multinazionale biotecnologica per la madre, la quale,dopo un breve ritorno in Germania, si trasferì nel Surrey, a Sud-Ovest di Londra, a pochi chilometri dal centro sportivo del Chelsea. Nel 2016, con Musiala tredicenne, il Bayern Monaco fece un primo, infruttuoso tentativo di accaparrarsi il campioncino, che fu alfine persuaso a migrare in Baviera solo tre anni dopo. Nella sua adolescenza confusa, Jamal Musiala ebbe modo di giocare con la nazionale under 15 dell’Inghilterra, con l’under 16 della Germania e poi di nuovo con l’under 18 e l’under 21 inglese. Un anno e mezzo fa, finalmente, dopo aver iniziato a spaccare tutto con la prima squadra del Bayern, il grande annuncio: Musiala è tedesco. Egli aveva infatti “scelto” la Germania come approdo nel calcio dei grandi, persuaso dall’allora ct della nazionale Joachim Low e da qualche “regalo”, come l’avergli fatto incontrare il suo giocatore di basket preferito. Il bello è che Musiala avrebbe potuto giocare anche per la meno attrattiva Nigeria (nazione di origine del padre) e persino per la Polonia, visto che la madre vanta ascendenze polacche. Intanto, i padri della Brexit hanno esordito strapazzando l’Iran per 6 a 2, mentre i figli andranno a letto presto: per Musiala e compagni la prossima sarà contro la Spagna. Musialaaaaaaaa!
GR
Bertozzi dice
Bella figura i tedeschi con la mano sulla bocca per le foto della squadra in segno di protesta: due pere e a casa.