Giuseppe Russo
Avanti.it
Le scritte con le due “V” intrecciate all’interno di un cerchio rosso sono diventate una presenza costante in diverse zone d’Italia, e la stampa locale, con una serie di articoli-fotocopia di condanna indignata, ne tratta quotidianamente. Dietro questo fenomeno ci sono i “Guerrieri ViVi”, una realtà di disobbedienza civile sui generis nata nella rete nel momento in cui si è stretta la morsa autoritaria del governo rispetto a restrizioni pandemiche e vaccinazioni più o meno forzate. I ViVi sono anzitutto anonimi: celano la propria identità, coprono il volto e distorcono la voce; un atteggiamento “tattico” all’interno di quello che definiscono uno “stato di guerra”, con i governi dei vari paesi impegnati in una martellante “bombardamento psicologico” contro le popolazioni a suon di propaganda. I ViVi agiscono come un organismo collettivo rifiutando, almeno nelle dichiarazioni di intenti, gerarchie e personalismi. Sono stati fra i primi a definire “dittatura sanitaria” lo stato di sospensione dei diritti costituzionali innescato dalle misure emergenziali, da loro più volte accostato al regime nazista, fatto che ha suscitato l’ira di parecchi compagni di merende. Il reclutamento avviene on line, principalmente su Telegram: viene chiesto di ascoltare alcuni messaggi introduttivi e quindi di entrare in chat private, sulle quali si pianificano le iniziative, che prendono corpo sia sul territorio, prendendo di mira scuole, uffici pubblici, sedi sindacali e partitiche, sia nel cyberspazio, dove vengono coordinati attacchi contro le pagine social di politici, giornalisti e medici qualificati come “nazisti”. Fra gli slogan più praticati, “Il Vax uccide, il governo lo sa”, “Green Pass = Nazismo”, “Salvate i bimbi”, “Vivi libero”, “Questo non è vandalismo, è lotta per i diritti”.
Secondo i ViVi, una buona parte del mondo occidentale è da tempo sotto il controllo di macchine particolarmente avanzate e complesse, machiavelliche intelligenze artificiali in grado di elaborare quantità incommensurabili di dati, di prevedere ogni scenario possibile, di prosciugare sul nascere ogni rivolo di dissenso. Le popolazioni verrebbero tenute in uno stato di ipnosi sulla base di algoritmi di controllo psicologico. Il fine ultimo sarebbe l’instaurazione di una società del controllo estesa e ramificata in ogni angolo del pianeta, fondata su un assetto post-industriale e sull’uso di un’universale moneta digitale: quel processo che taluni chiamano “Quarta Rivoluzione Industriale” ed altri “Grande Reset”, e che abbiamo imparato a conoscere per bocca di uno dei suoi più noti fautori, quel Klaus Schwab le cui esternazioni sono diffuse urbi et orbi dal sistema massmediatico.
L’immaginario dei ViVi si rifà, in primis ed al livello più superficiale, al film V per vendetta, di cui riprendono la simbologia; ad un’analisi più attenta, essi si ispirano ad una certa tradizione del pensiero libertario, attingendo al lettrismo, al situazionismo, alla contestazione sessantottarda (saranno il genio, la fantasia, la capacità di improvvisazione – facoltà tipicamente umane – a permetterci di mandare in crisi l’intelligenza artificiale). Riferendosi a tempi più prossimi, rivendicata è la vicinanza alla lotta zapatista del Subcomandante Marcos, nel Chiapas messicano, di cui si condivide anche l’orizzonte: quello di sparire dalla scena una volta raggiunto l’obiettivo, tornando nell’anonimato senza partecipare alla “lotta politica” propriamente detta. I ViVi, infatti, rifiutano categoricamente l’etichetta di “movimento”, sostenendo che non prendono né prenderanno parte in alcun modo alla lotta per il potere. Essi costituiscono un fenomeno a sé stante nel pur variegatissimo universo di opposizione che si è andato coagulando in questi ultimi mesi. La critica più diffusa nei loro confronti è quella di “non metterci la faccia”, innescando una sfiducia di principio che diventa poi sospetto e diffidenza. Pure alcune procure si sono interessate delle loro azioni, sempre caratterizzate da un approccio non violento di matrice gandhiana: nonostante le roboanti dichiarazioni date in pasto ai giornali affamati, è di scritte sui muri che si sta parlando.
È possibile, come molti sostengono, che la strategia dei ViVi non produca risultati tangibili nella lotta all’autoritarismo da lasciapassare verdi e vaccinazioni coatte, dando vita al massimo a qualche carnevalata di dubbio gusto. In ogni caso, rappresentano una delle realtà politologiche più interessanti emerse in quest’ultimo squarcio di secolo. La pessima stampa di cui godono (“Scoperta società segreta no vax” uno dei titoli più pittoreschi) vale se non altro come ottimo biglietto da visita.
WonderBa dice
I risultati tangibili li vedo tutti i giorni come descritto sopra.
La guerra è progressione,la nostra lotta è progressione.
Non ci fermeremo mai finché non avremmo raggiunto il nostro fine:
Il ripristino dei nostri diritti e della nostra libertà.
Tutti uniti sotto un unico saremo inarrestabili.
Una guerriera V_V
Julian dice
Mi sembra strano che per quattro scritte sui muri inviino digos, scientifica e antimafia. Sembra che i politici síano terrorizzati… Forse questi ViVi hanno ragione?
Jimena Gómez dice
Mandan a tutti i suoi servi perchè hanno paura de la unione e determinazione che abbiamo e di la verità, che la stanno ocultando
E fanno bene ad avere paura del popolo unito e determinato
Una guerriera ViVi
WonderBa dice
I risultati tangibili li vedo tutti i giorni come descritto sopra.
La guerra è progressione,la nostra lotta è progressione.
Non ci fermeremo mai finché non avremmo raggiunto il nostro fine:
Il ripristino dei nostri diritti e della nostra libertà.
Tutti uniti sotto un unico simbolo saremo inarrestabili.
Una guerriera V_V
Loana dice
#lagentecomenoinonmollamai #nogreenpass #iostoconiportualiditrieste 🌀🎵🎶🌀🌎🌍🌸🌈
Daniele dice
Mi piacerebbe essere ViVo.
Erika dice
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