I distributori di carburante confermano lo sciopero con chiusure per 48 ore, dalle ore 19 di oggi martedì fino alle ore 19 di giovedì. Per le regole sui servizi essenziali dovrà restare aperto un numero di stazioni non inferiore al 50% di quelle previste nei giorni festivi. L’ultimo incontro tra i sindacati di categoria Faib Confesercenti, Fegica, Figisc-Anisa Confcommercio e il ministro dell’Economia Adolgo Urso è stato inconcludente. Il governo ha annunciato riduzioni delle sanzioni e dei giorni di chiusura rispetto a quelli inizialmente previsti nella forma iniziale del decreto trasparenza che introduce l’obbligo di esporre il prezzo medio regionale, ma ciò non è bastato a placare gli animi. La protesta è scattata dopo le varie accuse di speculazione, il primo è stato Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’ambiente che il 5 gennaio che aveva dichiarato che la benzina e il gasolio a due euro fossero il risultato di speculazione, poi Matteo Salvini, ministro dei Trasporti che il 7 gennaio aveva dichiarato “qualcuno fa il furbo, è speculazione”, e infine la nota di Palazzo Chigi del 9 “sui prezzi ci sono speculazioni”. Tali accuse hanno cercato di scaricare la responsabilità dei rincari sulla categoria quando in realtà non è stato rinnovato il taglio delle accise.
Secondo i gestori il governo invece di aprire un confronto sui veri problemi del settore, parla di trasparenza e zone d’ombra, lasciando intendere che le colpe dei rincari siano da attribuire alla speculazione dei benzinai, accuse semplicemente false.
Il vero motivo dello sciopero è “protestare contro la vergognosa demonizzazione nei confronti della categoria e gli inefficaci provvedimenti del governo che continuano solo a penalizzare i gestori e a non tutelare i consumatori o a scongiurare nuovi aumenti.”
I prezzi di benzina e diesel continuano a salire oltre i due euro a litro e i rincari iniziano a sollevare proteste anche tra altre categorie, come i tassisti.
Fino a che punto il governo potrà alimentare l’odio sociale e fare da scaricabarile su intere categorie pur di non assumersi le proprie responsabilità?
Lascia un commento