La TotalEnergies è stata accusata di produrre carburante per aerei da guerra russi. Ad accusarla di complicità in crimini di guerra in Ucraina sono state due associazioni, la prima, con sede in Francia, è la Darwin Climax Coalition e la seconda, con sede in Ucraina, è Razom We Stand che si occupa dell’embargo sulle importazioni di combustibili fossili dalla Russia. Lo scorso ottobre le due associazioni avevano fatto causa alla Total, ma il procedimento non aveva avuto un seguito in sede legale dal momento che la procura antiterrorismo francese aveva affermato che ad una attenta analisi fattuale e legale non vi erano gli elementi necessari per una incriminazione. I legali delle associazioni hanno annunciato di voler opporsi alla decisione accusando i procuratori di piegarsi ad interessi politici.
La TotalEnergies ha rigettato le accuse ritenendole oltraggiose e diffamatorie e rimarcando come l’azienda conduca i suoi affari nel rispetto delle normative europee e delle sanzioni previste. Ad agosto a muovere accuse al colosso energetico era stato anche il quotidiano Le Monde secondo il quale l’azienda francese possedeva il 49% di capitale della società Terneftegaz che estrae idrocarburi a Termokarstovoye, nella regione artica russa. E sarebbe proprio lo sfruttamento del giacimento di Termokarstovoye ad aver spinto le due associazioni a fare causa al colosso francese. La Total rispose alle accuse del quotidiano francese sostenendo di aver già venduto a luglio il 49% del capitale di Terneftegaz; tuttavia il restante 51% del capitale è detenuto dall’industria russa Novatek della quale la compagnia francese possiede comunque il 19.4% del capitale. La Total ha poi aggiunto su Le Monde che il gas estratto era stato esportato all’estero e non poteva quindi essere utilizzato in basi militari russe.
Smentite a parte, il fatto dimostra che i maggiori produttori industriali stanno cercando per quanto possibile di aggirare le sanzioni imposte alla Russia (di fatto pagate dai risparmiatori europei). Già il mese scorso il CEO della Total si era comunque espresso negativamente sulle sanzioni alla Russia affermando che queste stavano creando un mercato “grigio” del petrolio.
Francesca Luchini
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