Si avvicina il G7 che si terrà a Hiroshima tra il 19 e il 21 maggio. Varie testate internazionali tra cui Reuters, Politico, Euractiv, Bloomberg e CNBC scaldano i motori e prendono di mira l’Italia e il governo Meloni. Motivo? Mancano poco meno di otto mesi al rinnovo (o meno) dell’accordo tra il governo italiano e quello di Pechino sulla “via della seta” (nome ufficiale Belt and Road), di cui l’Italia è unico firmatario nel G7. Ordine degli Usa è uscirne subito per mettere Pechino in difficoltà.
Il memorandum risale al 2019 quando a capo del governo c’era Giuseppe Conte in coabitazione con la Lega di Matteo Salvini. Ai tempi della firma dell’accordo Giorgia Meloni fu molto netta e critica, definendolo un “errore imperdonabile” perché avrebbe compromesso gli accordi con Taiwan e quindi con gli Usa. Anche in campagna elettorale la leader di Fratelli d’Italia aveva più volte detto che se fosse toccato a lei governare non avrebbe rinnovato l’accordo.
Niente di nuovo rispetto alla super atlantista e tifosa delle superpotenze occidentali, per cui si è sovranisti e patrioti fino a quando non si disturbano i poteri occupanti del nostro paese, sempre più ridotto a protettorato Usa e a bancomat della Bce. Gli Usa in particolare, non vedono l’ora di dare una bella mazzata alla Cina e la Giorgia nazionale non vede l’ora di riportare scodinzolante la sospensione dell’accordo a Biden. Il fatto, però, è che la realtà è più problematica del previsto.
La Cina è il principale partner commerciale dell’Italia in Asia, con il commercio bilaterale che ha mantenuto una forte crescita negli ultimi tre anni, raggiungendo un livello record di 77,88 miliardi di dollari nel 2022. Ma non solo, uscire dal Belt and Road significa tagliarsi fuori da un giro di 900 miliardi complessivi, tra progetti commerciali e infrastrutturali in tutto il mondo. Anche le opposizioni stanno chiedendo alla Meloni di parlarne in parlamento e trovare una soluzione (Conte innanzitutto). Vedremo.
Nel frattempo l’ambasciata cinese in Italia – che non fa nulla per nascondere la sua ostilità alle dichiarazioni pregresse e recenti della Meloni – ha ricordato che è nell’interesse reciproco dei due paesi continuare ad approfondire la cooperazione. Fonti cinesi, inoltre, parlano di pressioni politiche, esercitate soprattutto dagli Usa, dovute al fatto che l’Italia nel 2019 è diventata la prima e finora unica nazione del G7 ad aderire al memorandum. L’obiettivo per Biden e i suoi è quello di dare una significativa battuta d’arresto al Belt and Road in Italia, in modo da indebolire la Cina in Europa e nel resto del mondo.
Dopo aver perso terreno in sud America, in Sudan e in Congo, dopo aver destabilizzato il Pakistan di Khan proprio per gli accordi stretti con la Cina, le potenze del patto atlantico cercano di riprendere terreno almeno in Europa. L’attacco delle forze del patto atlantico contro la Cina, adesso, trova solo un nuovo appiglio ma la partita si gioca su diversi piani. Proprio la Ue – che infatti ha pesantemente redarguito Meloni per rispettare il mandato che le hanno dato – ha recentemente proposto sanzioni alle società cinesi per aver sostenuto la macchina da guerra russa in Ucraina. Le tensioni con Pechino, quindi, sono destinate a svilupparsi e non sono da escludere ritorsioni della repubblica popolare contro il nostro paese e gli altri affiliati Usa e Ue.
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