Il presidente Ferdinand Marcos ha lasciato Manila (Filippine) per una visita negli Stati Uniti. Questi incontri seguono le grandi esercitazioni militari condotte dagli Usa nel Mar Cinese Meridionale, dopo le quali hanno firmato un accordo che estende l’accesso delle truppe statunitensi alle basi nelle Filippine.
Manila e Washington hanno recentemente concordato di espandere la loro cooperazione nelle “aree strategiche” delle Filippine mentre cercano di contrastare la crescente influenza della Repubblica popolare cinese (Rpc) nella regione e le sue rivendicazioni su acque contese, piccole isole e su tutto il Mar Cinese.
Con gli ultimi accordi, hanno comunicato le parti, qualsiasi attacco alle forze armate filippine innescherebbe una risposta degli Stati Uniti. L’importanza di questi accordi attiene alla vicinanza delle Filippine alle principali rotte marittime e a Taiwan, oltre al recupero per gli Usa di avamposti nell’area dopo che i legami USA-Filippine furono gravemente logorati sotto il predecessore di Marcos, Rodrigo Duterte.
Siamo davanti all’ennesima puntata dello sport preferito degli imperialisti Usa, “lancia il sasso e nascondi la mano”. Mentre, infatti, rafforzano legami politico-militari e piazzano basi a Taiwan e nelle Filippine, accusando la Rpc di rivendicare coste o isolotti e di navigare in zone del Mar cinese in cui non dovrebbe. Negli ultimi mesi ne abbiamo viste tante di pietre lanciate: tensioni sui palloni aerostatici, sul primato tecnologico globale, su accordi economici, commerciali e militari con altri paesi e sul resto dei campi in cui la Rpc rappresenta una minaccia per il dominio economico, politico e militare degli Usa.
Come al solito Washington con una mano denuncia inesistenti aggressioni ai “paesi democratici del mondo e ai loro alleati”, con l’altra arma fino ai denti tutti i paesi confinanti alla Rpc. Lo stesso modello attuato con la Federazione russa che ha portato all’attuale guerra in Ucraina. È vero il mondo è diviso in aggrediti e aggressori, e gli Usa con la Nato sono gli aggressori del mondo.
Lascia un commento