L’11 e 12 luglio di quest’anno, mentre i cittadini italiani saranno a casa a morire di caldo mentre raccattano gli ultimi centesimi per fare la spesa, il ministro Crosetto prenderà, coi soldi delle nostre tasse, un volo per Vilnius, dove potrà sfoggiare un sorriso a trentadue denti (lui solo, perché i cittadini il dentista non se lo potranno permettere) coi vertici NATO, come un bravo bambino che sa di aver fatto i compiti a casa, e già si pregusta la domanda della maestra e la sua impeccabile risposta. Ebbene sì, sebbene i primi della classe continuino a essere i feroci polacchi con un aumento delle spese militari corrispondente al 4% del Pil – mai quanto i paesi baltici che toccano il 5% – e nel Vecchio Continente si risvegli lo spirito bellico come non si vedeva dalla Belle Époque, anche l’Italia fa la sua parte, avvicinandosi sempre più a quella soglia del 2% del Pil richiesta per le spese militari dal sanguinario padrone americano per essere bravi bambini nordatlantici. Così, ieri il consiglio dei ministri ha inserito nel Documento di Economia e Finanza un nuovo aumento delle spese militari per il 2023 di 1,8 miliardi di euro, cifra corrispondente allo 0,1% del Pil, la cui quota destinata al settore difesa sale all’1,48% La cifra sarebbe investita ufficialmente in cybersicurezza e sicurezza subacquea, ma non è detto, dato che anche il Belpaese, come tutti i membri della NATO, ha dato fondo alle sue scorte di ferraglia ammazzapopoli fin quasi a esaurirla per impiegarle nella grande macelleria ucraina. Nulla di nuovo per il governo più asservito al padrone americano degli ultimi vent’anni, e nulla di diverso da quanto già fatto dallo zelante avvocato del popolo e cocco di Travaglio, il Giuseppi Conte che aveva impostato un graduale aumento delle spese militari dello 0,1 annuo per arrivare al benemerito 2% entro il 2028.
Ma con questo governo il discorso è un altro. Dopo aver umiliato i cittadini più in difficoltà trattandoli come scrocconi e togliendogli quel sussidio vitale che era il Reddito di cittadinanza, unica occasione per salvarsi dallo sfruttamento del lavoro nero e dalla miseria, dopo aver mentito ai cittadini inserendo nel programma di governo il taglio delle accise sui carburanti poi vigliaccamente rimangiato e aver commesso la viltà di scaricare le colpe sui gestori delle pompe di benzina, ecco che i soldi che vengono sottratti a quei provvedimenti che erano lì per alleviare le sofferenze economiche di un popolo logorato dall’imperialismo bellicista di Washington e le sue pretese antirusse che con l’Italia non hanno nulla a che fare, spuntano fuori quando si tratta di andare a finanziare le armi di questo stesso colonialismo che ci schiaccia. Le quali non soltanto sono strumenti di morte ripudiati dalla nostra stessa costituzione, ma vanno ad alimentare le cause della stessa povertà di cui questo governo ha cancellato i palliativi senza alcuna pietà, anzi col disprezzo e la gogna mediatica verso gli ultimi. Un governo vassallo e vampiro, che alimenta le guerre dei suoi padroni col sangue dei suoi cittadini. E il peggio è che ne sono ben consapevoli: difatti hanno cercato di far passare quest’aggiunta nel Def quanto più in sordina possibile, in quanto, come avrebbe detto un esponente del governo riportato sul Fatto, “Come si spiega alla gente un investimento di questo tipo? Ci farebbe perdere solo consensi”.
MDM
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