La nomina a inviato speciale europeo nel Golfo Persico di Giggino Di Maio – che condivide ormai con il suo concittadino Vincenzo Montella il soprannome ‘aeroplanino’, non tanto per il grottesco show offerto a noi malcapitati nella pizzeria Nennella, quanto per come è stato defenestrato dalla politica italiana nelle ultime elezioni – ha causato non poco imbarazzo e malumori, soprattutto nei paesi dove il nostro dovrebbe essere inviato – ancora non si sa se per via aerea o grazie a una fantasmagorica prodezza balistica dei servili camerieri napoletani. Se Mohammed Baharoon, il capo del Centro di ricerca sulle politiche pubbliche di Dubai, ha twittato «La nomina di Luigi Di Maio deve avere un profondo senso dell’umorismo europeo che mi sfugge»
The nomination of de Luigi Di Maio as #EU special representative to #GCC must have a deep sense of European humor that evades me. https://t.co/vx3E1RnruH
— Mohammed Baharoon (@MABaharoon) November 22, 2022
Al suo tweet risponde Nasser Hassan Al-Shaikh, ex Direttore generale del dipartimento delle finanze di Dubai, pubblicando lo stralcio di un articolo internazionale in cui si parla dell’ex ministro cinquestelle come un non laureato che ha dato più volte prova di incompetenza, e lo commenta così: «Il calibro di chi viene nominato a rappresentare l’UE nel Gulf Cooperation Council dimostra quanto l’UE ritenga importanti le relazioni. Forse non è importante come pensiamo noi e credo che non dovremmo perdere tempo con l’Unione e concentrarci su incontri bilaterali con gli stati.» Insomma, se l’UE è rappresentata da Giggino, Dubai si riterrà snobbata, e snobberà a sua volta l’Unione. Sarà forse perché Giggino fermò, quando era ministro del governo Draghi, l’esportazione di armi italiane verso Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita? sarà perché i diretti interessati lo vennero a sapere via social, non essendone nemmeno avvisati dal ministero, e questo provocò un incidente diplomatico con i due paesi? Ma non è tutto: la stampa estera, da Le Monde al Financial Times, descrive l’ex ministro di Pomigliano d’Arco come una grottesca macchietta, e il nostro ha mostrato di non avere troppi santi in paradiso già quando in ottobre aveva deciso di darsi al lobbismo politico, ma la sua porta girevole fu bloccata dall’accusa, rimbalzata su tutti i media, di aver contrabbandato dosi di vaccino Pfizer all’Albania, evento che culminò nel grottesco quando il premier di Tirana, il buontempone Edi Rama, ammise che lui, more partenopeo, non avrebbe ‘cantato’ il suo compare Giggino con le guardie. Così ha provato a riciclarsi come inviato speciale, ma a quanto pare anche questa strada non gli sarà affatto facile. Come se non bastasse, oggi Repubblica ha lanciato il nostro aeroplanino nel calderone dei capri espiatori della tragedia di Ischia, accusandolo di essersi speso più di ogni altro per il condono edilizio del 2018, addirittura ricattando l’allora premier Conte che non avrebbe fatto passare il piano d’emergenza per la tragedia del ponte Morandi di Genova se prima non si fosse approvata la sanatoria per le strutture abusive dell’isola al largo di Napoli. Povero Giggino, sembra proprio che la sua parabola politica sia nella sua fase discendente: ma potrà sempre consolarsi facendosi cullare dalle braccia dei suoi amici pizzaioli.
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