Al di fuori della Francia non ne parla nessuno, non un trafiletto, non un canale, non un sito, ma da domenica 20 novembre diverse centinaia di operai della Sanofi sono sul piede di guerra per chiedere un aumento salariale a fronte di inflazione e caro vita non dipendenti da loro: “Chiediamo cifre in linea con l’inflazione e con le risorse dell’azienda.” ha detto alla stampa Samuel Lechevallier, delegato della Confédération Française Démocratique du Travail (CFDT) presso lo stabilimento Sanofi di Val-de-Reuil – dove si producono vaccini anti-influenzali – da cui è partito lo sciopero generale domenica “C’è stato un vuoto di dieci anni senza un aumento collettivo. Chiediamo un aumento collettivo dell’8% con effetto retroattivo sugli anni precedenti. Per il momento, la direzione conta sul 3% e su un bonus di 1.000 euro.” Proprio come le aziende petrolifere stanno profittando enormemente sulla speculazione energetica, così le farmaceutiche hanno ricavato enormi guadagni dall’operazione Covid, e Sanofi già alla fine dell’anno scorso aveva visto i propri dipendenti scendere in piazza, contestando anche l’efficacia del vaccino anti-Covid prodotto dall’azienda. Lo sciopero si è propagato agli stabilimenti di Le Trait a Seine-Maritime, di cui hanno rifiutato di lavorare trecento dei mille dipendenti in forze allo stabilimento, ma il primo stabilimento a iniziare la vertenza è stato Lisieux più di una settimana fa, mercoledì 15 novembre, ed è stata l’unica sede dove gli operai, lunedì 21, sono riusciti a bloccare completamente la produzione. L’escalation c’è stata ieri, mercoledì 23 novembre, quando un drappello di scioperanti si è recato alla sede centrale di Gentilly, dove hanno fatto irruzione sfondando il cordone di polizia messo a protezione dei dirigenti. L’azienda tuttora non fornisce risposte chiare, e dichiara di essere la farmaceutica che paga gli stipendi più alti in tutta la Francia. I giornali francesi già parlano degli operai Sanofi come i legittimi continuatori della gigantesca protesta degli operai Exxon-Mobil, che tengono in scacco il governo Macron ormai da due mesi.
MDM – 24/11/2022
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