Il Qatar siamo Noi #1
I mondiali della vergogna partono oggi e a disputare la partita inaugurale (privilegio che un tempo toccava ai campioni in carica) è proprio il Qatar. Secondo tale Amjad Taha, direttore del British Middle East Center for Studies and Research, gli emiri avrebbero corrotto la nazionale dell’Ecuador, avversaria del Qatar nell’incontro di oggi, versando ad otto calciatori una somma pari a 7,4 milioni di dollari, tutto per accomodare una vittoria della selezione di casa per uno a zero. Pare che Taha lo spifferatore lavori per il governo del Bahrein, rivale geopolitico del Qatar, e dunque si tratterebbe di un puro sfregio. Eppure, tutta l’ascesa del Qatar come capofila del mondo arabo nell’ambito sportivo e come “colonizzatore” dello stesso Occidente a suon di petro e gasdollari (dopo averci provato col Barcellona, hanno fatto del Paris Saint Germain il loro giocattolo), è maturata all’insegna della più sfacciata corruzione. Dopo aver acquisito il controllo dell’AFC, la federazione del calcio asiatico, attraverso “mance”milionarie elargite ai burocrati delle federazioni minori, i qatarioti erano giunti a un passo dal controllo della FIFA e, dopo essersi appropriati coi loro sistemi dei mondiali 2022, sono stati (e sono tuttora) in corsa anche per l’organizzazione dei Giochi Olimpici. Oltre all’organizzazione dei “grandi eventi”, il Qatar si è comprato negli ultimi vent’anni squadre, calciatori, allenatori, partite e tornei. Fra gli undici che dovrebbero scendere in campo oggi, per dire, ci saranno il portoghese Ró-Ró, l’algerino Boualem Khoukhi, il francese Karim Boudiaf, il sudanese Almoez Ali. Grazie alla disinvolta politica di “naturalizzazioni”, mettendo su una nazionale fatta da mercenari stranieri, i qatarioti hanno scalato i vertici del calcio asiatico, trionfando nell’ultima edizione della Coppa d’Asia del 2019. È capitato che, oltre ai campioni, gli emiri abbiano comprato anche gli arbitri: ai mondiali di pallamano del 2015, organizzati proprio dal Qatar, la selezione “locale” (Danijel Šarić, Rafael Capote e Žarko Marković i “qatarioti” più rappresentativi), giunse in finale dopo aver battuto in successione, grazie a sfacciati favoritismi arbitrali, Austria, Germania e Polonia. I giocatori polacchi, dopo la semifinale persa, uscirono dal campo applaudendo i direttori di gara. In finale, almeno, vinse la Francia: non se la sentirono di farla così grossa. Secondo Amjad Taha, oggi il Qatar dovrebbe vincere con un gollettino segnato a metà del secondo tempo. Non c’è vita senza corruzione dalle parti di Doha.
GR
Alex dice
Complimenti, ci avete azzeccato in pieno! Qatar praticamente quasi fuori
Redazione dice
Gentilissimo, nell’articolo non c’era alcun pronostico, ma solo la ricostruzione delle malefatte degli emiri nell’ambito sportivo. In effetti, dopo averli visti all’opera nella prima partita, c’è scappato il pronostico (“anti-qatariota”) nel post “Mal d’Africa”.