Il National Computer Virus Emergency Response Center cinese e la società di sicurezza informatica 360 hanno pubblicato un rapporto in cui si descrive in dettaglio come la CIA abbia tentato per decenni di fomentare le cosiddette “rivoluzioni colorate” in tutto il mondo. Sostiene che il vantaggio tecnologico di Washington le ha permesso di dominare istituzioni e individui in tutto il mondo che utilizzano apparecchiature o software digitali fabbricati negli Stati Uniti.
In sostanza la CIA ha tentato di rovesciare i governi in almeno 50 stati, con il colpo di stato di Maidan del 2014 in Ucraina, la “rivoluzione del girasole” del 2014 a Taiwan (oggi avamposto della guerra Usa contro la Cina) e la “rivoluzione verde” del 2009 e i tentativi ancora oggi attivi in Iran presumibilmente tra gli esempi più notevoli. Nel rapporto si legge, inoltre, che questi cambi di regime siano stati orditi facendo leva su un vantaggio tecnologico e in particolare “48 armi informatiche avanzate”.
Tra questi anche dei servizi di rete crittografati (come il browser Tor utile a organizzare proteste e manifestazioni senza il pericolo di essere intercettato), l’uso di reti wireless locali fino a uno strumento tecnologico chiamato “sciame” che viene utilizzato dagli attivisti per riunirsi rapidamente in un unico luogo ideato dalla RAND Corporation, un think tank militare con sede negli Stati Uniti. Il rapporto denuncia anche l’uso di un altro software sviluppato negli Stati Uniti chiamato “Riot”, che fornisce loro una connessione Internet sicura e indipendente e non si basa su metodi di accesso tradizionali.
La pubblicazione di questo rapporto ha suscitato un grande clamore negli Stati Uniti, dove è stato rilanciato dal Global Times accompagnato dall’accusa che nel marzo dello scorso anno la National Security Agency (NSA) degli Stati Uniti abbia orchestrato gli attacchi informatici a 47 paesi, non solo contro il governo cinese ma anche contro paesi alleati come il Regno Unito e la Germania. Queste ultime informazioni, in particolare, hanno messo in evidente imbarazzo il governo degli Stati Uniti che ora dovrà dare spiegazioni pubbliche al mondo intero.
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