Angelo Serafini
Avanti.it
L’Unione europea vieterà le vendite di auto a combustibili fossili dal 2035. Martedì il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la legge, sulla quale si era già trovato un accordo a novembre, con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti. I promotori della nuova normativa sostengono che offra alle case automobilistiche europee un chiaro lasso di tempo per passare alla produzione di veicoli elettrici e ciò stimolerà gli investimenti per contrastare la concorrenza di Cina e Stati Uniti. Inoltre, andrà a sostenere l’ambizioso piano dell’UE di portare la sua economia a zero emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050.
<<Tra il 2022 e la fine del 2023 la Cina avrà portato sul mercato internazionale ben 80 nuovi modelli di auto elettriche>> ha avvertito il vicepresidente Ue Frans Timmermans <<si tratta di auto di qualità, che saranno sempre più convenienti e con le quali dobbiamo competere, non vogliamo cedere questo settore essenziale agli stranieri>>.
Ma secondo gli oppositori la transizione metterebbe a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro, inoltre le argomentazioni secondo cui le auto elettriche sarebbero più economiche sarebbero state rese nulle e non valide dalla crisi dell’aumento dei costi energetici. <<Solo in Germania 600mila posti di lavoro sono a rischio>> ha dichiarato Jens Gieseke, eurodeputato del Partito popolare europeo che si oppone alla legge.
Sono ancora in corso invece i dibattiti per ridurre le emissioni di camion e autobus. Una prima bozza della Commissione europea, che potrebbe ancora cambiare, propone un calendario di riduzione delle emissioni dei camion di oltre cinque tonnellate e degli autobus a lunga percorrenza. Da gennaio 2030, le emissioni dei nuovi camion dovranno essere ridotte del 45% rispetto ai livelli del 2019, poi del 65% dal 2035 e del 90% dal 2040, percentuali sempre in riferimento al 2019.
Gli autobus urbani dovranno essere privi di emissioni dal 2030, ma la Commissione ha affermato che i produttori potranno scegliere tra varie tecnologie, come motori elettrici, motori a idrogeno e celle a combustibile a idrogeno. Le automobili costituiscono il 15% di tutte le emissioni di CO2 nell’UE, mentre i camion e gli autobus il 6%.
Il settore automobilistico tedesco e gli europarlamentari conservatori sono dubbiosi sulle nuove regole, criticando i costi eccessivi per modificare gli stabilimenti e riqualificare i lavoratori, mentre i rivali globali hanno obiettivi più flessibili.
Inoltre da quando la legge europea ha iniziato il suo iter legislativo, gli Stati Uniti hanno svelato un enorme piano per sovvenzionare la transizione ecologica della propria industria con aiuti governativi, e ciò potrebbe dunque sottrarre investimenti e posti di lavoro nella produzione di veicoli elettrici e batterie.
Nel frattempo, la Cina, il più grande mercato automobilistico del mondo, vuole che almeno la metà di tutte le nuove auto siano elettriche, ibride plug-in o alimentate a idrogeno entro il 2035, e la loro produzione è già elevata.
Anche il partito Fratelli d’Italia, si oppone alla norma. <<Costerà all’Europa centinaia di migliaia di posti di lavoro e lascerà un’industria europea vitale pericolosamente dipendente da batterie, materie prime e terre rare di dubbia provenienza e disponibilità. Per questo abbiamo votato contro>> ha dichiarato Pietro Fiocchi, eurodeputato di Fratelli d’Italia. <<Ciò è grave poiché diventeremo totalmente dipendenti da paesi extraeuropei in particolare dalla Cina, ad esempio per i microchip, il litio e il cobalto. Inoltre, l’impatto ambientale in Africa, dove si estraggono importanti materie prime per le auto elettriche è terribile>>ha puntualizzato Fiocchi. Anche membri del governo italiano si sono espressi in maniera contraria, come il ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo cui l’obiettivo non è raggiungibile per la realtà italiana, mentre il ministro dei trasporti Matteo Salvini ha dichiarato che la decisione crea un danno all’industria e ai lavoratori italiani in favore delle imprese cinesi.
L’industria automobilistica si trova di fronte ad una transizione che sta per portare un cambiamento profondo e ha generato un’intensa concorrenza tra le aziende in questo nuovo mercato. Intanto i primi effetti sui posti di lavoro si stanno già vedendo con la decisione della casa automobilistica Ford di licenziare 3800 lavoratori in Europa, poiché la produzione di auto elettriche è più semplice e richiede meno manodopera. Ma oltre a ridurre i posti di lavoro la transizione sta aumentando enormemente anche i costi dei veicoli. La decisione, perfettamente in linea con il grande reset, regalerà il controllo del mercato automobilistico alla Cina che intanto ha quasi raggiunto il monopolio delle terre rare, impoverendo l’Europa e rendendo inoltre impossibile alla maggioranza dei cittadini la possibilità di poter possedere un’automobile.
Ricardo sovilla dice
Il grande reset è questo: la stessa idea emersa a Davos, il pianeta non può sostenere 7-8 miliardi di umani che consumano più di ciò che esiste. I vaccini hanno aperto la strada. Nei prossimi dieci anni devono morire almeno 2 miliardi di bipedi,entro il 2030 altri 2. Poi si potrà iniziare il progetto di un mondo davvero sostenibile che sarebbe il famigerato miliardo d’oro.