I giudici della cassazione respingono il ricorso contro il 41bis per Alfredo Cospito: l’anarchico in sciopero della fame da quasi quattro mesi resterà in regime di carcere duro.
L’8 febbraio il procuratore generale della cassazione Pietro Gaeta aveva depositato una requisitoria nella quale sembrava aprire uno spiraglio alla possibilità di revocare il 41bis, aveva scritto: «essere, o essere stato, il leader di gruppi anarchici ed essere riconosciuto come punto di riferimento non sono ragioni sufficienti per mantenere Alfredo Cospito al 41bis. Per farlo è necessario dimostrare e provare l’attuale legame con il mondo anarco-insurrezionalista.» E in effetti sciacalli e faccendieri dei servizi segreti, d’accordo con le procure, ci si sono messi d’impegno a creare dal nulla e montare “piste anarchiche” da Atene a Barcellona.
Così alla fine i giudici della prima sezione penale hanno preso la decisione contraria. Già il tribunale di sorveglianza di Roma aveva sottolineato il pericolo che Cospito potesse continuare ad esercitare un ruolo di leader comunicando dall’interno del carcere.
Il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, ha definito la decisione della Cassazione una sconfitta del diritto.
È una condanna a morte. Volevano il martire e lo avranno. Dopo la lettura della requisitoria del procuratore generale Gaeta pensavamo che il diritto potesse tornare ad illuminare questa buia vicenda. Ma la decisione di questa sera dimostra che ci sbagliavamo. Leggendo i pareri favorevoli della Dnaa, Dda e Dap inviati al Ministro avevamo capito che la decisione ministeriale fosse stata politica e non giuridica. Hanno deciso così perché si sentono forti dal momento che hanno l’opinione pubblica a favore
ha dichiarato.
Cospito resta dunque al 41bis e per il momento ancora ricoverato nel reparto penitenziario dell’ospedale San Paolo di Milano. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio si è rivolto anche al Comitato di bioetica per avere un parere sulla possibilità di ricorrere alla nutrizione forzata nel caso le condizioni peggiorassero, ma per ora ha già perso 45 chili per lo sciopero della fame e rischia di morire.
“Assassini, sarete responsabili di tutto quello che succederà” hanno urlato i manifestanti a sostegno di Cospito in un presidio di protesta a piazza Cavour a Roma, fuori al palazzo della Cassazione.
Intanto da Milano anche Cospito ha parlato con i sanitari che lo assistevano e ha dichiarato “spero che qualcuno dopo di me continuerà la lotta, io presto morirò”
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