Nonostante le sanzioni alla Russia gli scambi commerciali fra questa e i 27 paesi del blocco continuano a fluire. Si tratterebbe dell’aggiramento delle sanzioni già imposte attraverso paesi come Emirati Arabi Uniti, Armenia, Turchia, Georgia, Kazakistan e Kyrgyzstan, ma in molti settori le transazioni continuano anche con paesi come la Francia. Questa infatti avrebbe notevolmente aumentato le importazioni di uranio arricchito dalla Russia dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, sostenendo poi che i propri contratti con la Russia sarebbero più costosi da interrompere che da continuare. Nel complesso l’ammontare dei flussi commerciali di prodotti dell’industria nucleare russa nel 2022 è stato di circa 750 milioni di euro secondo i dati riportati da Eurostat.
Anche il commercio di diamanti non ha conosciuto una vera crisi dopo le sanzioni. Lo scorso anno l’UE ha acquistato diamanti russi per 1,4 miliardi di euro e mentre UE, Stati Uniti e gli altri membri del G7 starebbero lavorando per eliminare i diamanti russi, il Belgio, in cui ha sede il più importante centro per il commercio dei diamanti nel mondo, starebbe protestando contro la decisione affermando che il blocco per essere efficace dovrebbe includere l’India, che però non è membro del G7.
Molti fertilizzanti inoltre continuano a circolare e la lobby Fertilizers Europe ha lamentato solo la necessità di un approccio frammentario dovuto al diverso atteggiamento tenuto dai paesi UE sulla questione. Esentato dalle sanzioni è anche il nichel, necessario per la produzione di acciaio inossidabile. Lo scorso anno le importazioni di nichel sono aumentate di circa 1 miliardo di euro rispetto al 2021, arrivando a 3.2 miliardi.
Molte compagnie poi sfuggono alla lista nera dell’UE fra queste Alrosa (diamanti), Gazprombank, braccio finanziario di Gazprom e Lukoil, secondo produttore privato di petrolio russo, e questo mostra anche la totale inefficacia di misure propagandate come esiziali per Mosca, prima fra tutte il tetto al petrolio russo, che ha comportato il taglio della produzione di greggio da parte dei paesi OPEC+ sostituito in massima parte dall’olio di scisto Made in USA.
Se quindi i risparmiatori europei subiscono in prima linea gli effetti delle sanzioni alla Russia per via delle influenze subite dai mercati, il commercio nei settori chiave che interessano alle maggiori potenze europee continua nonostante le roboanti affermazioni delle autorità europee di volerlo bloccare.
Francesca Luchini
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