“Entro primavera sarà avviata la Commissione d’inchiesta sul Covid”, ha asserito Galeazzo Bignami, deputato di FdI e viceministro dei Trasporti e delle infrastrutture. “Bisogna indagare per bene sui tre anni di gestione della pandemia e fare chiarezza su tutto: dall’assenza del piano pandemico ai verbali secretati, dalla carenza dei dispositivi alla gestione delle mascherine, fino alla negazione delle cure domiciliari e a cosa è realmente successo a Bergamo”, ha continuato il deputato assicurando anche che è già stata richiesta l’iscrizione all’ufficio di presidenza della XII Commissione Affari Sociali della Camera e che la prossima settimana verrà calendarizzato l’iter del disegno di legge.
Molti sono stati i commenti alla notizia.
Deputati del Pd, come Ilenia Malavasi componente della XII Commissione Affari sociali alla Camera, sollevano il dubbio che l’iniziativa possa essere solo una mossa politica per colpevolizzare i governi precedenti in un periodo in cui l’attuale governo avrebbe legittimato i medici “no vax” e dove le priorità della sanità sarebbe altre; inoltre difendono l’operato del Pd sostenendo di non avere nulla da nascondere e dichiarano di essere a favore di una Commissione d’inchiesta a patto che si tratti “di un lavoro serio con dati e analisi”.
Medici e scienziati diventati famosi durante la pandemia, hanno sostenuto che l’iniziativa potrebbe servire per individuare eventuali errori ed essere più preparati per una prossima pandemia.
“Errori ne sono stati fatti: lockdown troppo lunghi, scuole chiuse e Dad, mascherine obbligatorie per troppo tempo, ma le informazioni che abbiamo oggi non sono quelle di tre anni fa, ci vogliono le competenze per giudicare, per cui spero vengano assunti consulenti che possano dare valutazioni scientifiche nell’ottica di non commettere in futuro i medesimi errori” ha affermato Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova.
“Sono stata forse una delle prime ad auspicare che si costituisse una Commissione d’inchiesta sul Covid, penso principalmente ad una revisione delle scelte politico-sanitarie attuate” ha dichiarato Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano.
Anche il virologo Fabrizio Pregliasco si è unito al coro evidenziando di essere favorevole all’inchiesta parlamentare purché non si tratti di un processo politico, e tenendo conto che comunque l’emergenza del Covid sarebbe stata, secondo lui, “uno tsunami, dall’impatto superiore alla possibilità di rispondere di un qualsiasi sistema sanitario organizzato”.
Una Commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid potrebbe essere molto utile per portare a galla tutte le contraddizioni della gestione criminale della pandemia: le cure negate, il terrorismo mediatico, i dati gonfiati sui morti, l’inattendibilità dei tamponi e la conseguente inattendibilità di tutti i dati sui contagi e i decessi legati al Covid, la dubbia efficacia delle mascherine, dei lockdown e del coprifuoco, l’inutilità dell’obbligo vaccinale e del green pass tenuto conto che il vaccino non era in grado di fermare la trasmissione togliendo le fondamenta al discorso che il vaccino fosse uno strumento di salute collettiva e non individuale, e infine il numero esorbitante di danneggiati dai vaccini.
Eppure, stando alle dichiarazioni dei politici di opposizione e dei virologi di regime si ha quasi la vaga sensazione che tale iniziativa possa essere solo una pantomima. Se a giudicare sarà la stessa élite medica, quella al soldo di Big Pharma e che è la stessa ai vertici dell’Ordine dei medici, trasformatosi oggi in una vera e propria inquisizione della nuova religione sanitaria, allora non ci si può aspettare chi sa quale risultato. Considerando anche, ad esempio, che l’attuale ministro della sanità Schillaci era stato nominato nel 2020 membro del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità da Roberto Speranza, e considerando anche che per ora le multe agli ultracinquantenni non vaccinati non sono state ancora annullate, i dubbi sulla Commissione d’inchiesta crescono.
Non resta dunque che aspettare e vedere fin dove il nuovo governo vuole spingersi.
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