Altro che perspicacia, capacità deduttiva, acume investigativo: per lavorare nei servizi italiani tutto questo non serve, basta avere una fertile fantasia, e una magistratura affamata di prove per costruire un impianto accusatorio. Difatti, poco più di un mese dopo l’attentato dicembrino a Susanna Schlein, numero due dell’ambasciata italiana ad Atene – cui, guarda caso, è seguita immediatamente la discesa in campo della sorella Elly (certi traumi passano presto…) per accaparrarsi la segreteria del PD – ancora ignoti si accaniscono sulle auto dei poveri ambasciatori italiani. Stamattina a Berlino lo sventurato Luigi Estero, Primo consigliere dell’Ambasciata d’Italia a Berlino, si è dovuto recare al lavoro a piedi, in quanto la sua auto era stata data alle fiamme dai soliti ignoti; le forze dell’ordine sono state chiamate alle 3:10 del mattino, in quanto il fuoco dall’auto di Estero si stava propagando alle altre vetture: “un atto vandalico” secondo la polizia, e la stampa – o meglio l’unica testata che ne parla, T-online – minimizza affermando che “Accade spesso a Berlino che le auto vengano incendiate”. Tuttavia a poche ore di distanza, a Barcellona verso le 22:30, è stata vandalizzata – anche in questo caso, diversamente dai media italiani, le uniche testate spagnole che riportano la notizia, El País ed El Debate, parlano di atti vandalici e non di attentati – la sede del consolato italiano da persone “non identificate” che hanno spaccato una finestra e scritto sui muri dell’ingresso «Amnistía total», «Estat italià assassí» e «Llibertat Cospito», firmandosi chiaramente dunque come anarchici e sostenitori della causa di Alfredo Cospito, proprio come il gruppo anarchico ellenico che ha rivendicato l’attentato alla Schlein. E così, altri due tasselli belli e pronti per la “pista anarchica” che porterà alla vanificazione di tutte le rivendicazioni del militante italiano, condannato come pericoloso terrorista e per questo sottoposto a 41bis, che è in sciopero della fame da 100 giorni e peraltro ieri è stato portato d’urgenza in infermeria a causa di una brutta caduta, né altro si sa sulle sue attuali condizioni. Come per quello di Atene, allo stato attuale dei fatti non è dato sapere della veridicità o montatura di questi ultimi due attentati: la prima ipotesi presupporrebbe l’esistenza di una rete anarchica ben organizzata e capace di coordinare azioni a larga distanza, ma davvero carente di strategia, dal momento che è chiara l’inutilità di azioni del genere rispetto all’obiettivo di ottenere la fine della tortura cui è sottoposto Alfredo Cospito, una sorta di rete vandalica internazionale del tutto priva di consapevolezza politica e legale; la seconda ipotesi è quella che legare Cospito a una rete terroristica internazionale sarebbe assai conveniente a chi vuole che la tortura continui – e che egli divenga esempio per tutti coloro i quali si azzardino in futuro a ribellarsi a uno stato che diviene sempre più uno stato di polizia – in quanto darebbe elementi inequivocabili sulla pericolosità e rilevanza criminale internazionale dell’imputato ai giudici di Cassazione che il 7 marzo dovranno pronunciare la sentenza definitiva sull’anarchico Cospito. Che, allo stato dell’arte, è più probabile muoia di fame che sia tolto dal carcere duro.
MDM
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