Il tribunale del dipartimento di Magdalena, nel capoluogo di Santa Marta, ha convocato mercoledì, per la prima volta in Colombia, un’udienza in un ambiente digitale immersivo, una procedura che rappresenta un’innovazione con l’introduzione degli occhiali per la realtà virtuale nell’ambito della giustizia.
L’udienza riguarda un contenzioso tra il Sindacato Temporaneo di Transito e Trasporti di Santa Marta (SIETT) e la Questura per la riscossione del denaro delle multe per il transito nella città, e si svolgerà per la per la prima volta nel metaverso il 15 febbraio.
Lo strumento scelto è stato Horizon Workrooms, poiché gratuito, e per partecipare al processo tutti dovranno utilizzare gli occhiali per la realtà aumentata Oculus, o in alternativa possono collegarsi da un computer, dovranno creare un proprio avatar ed eseguire alcuni test. Una volta iniziata l’udienza si dovranno fare pause di 25 minuti per “salvaguardare la salute mentale”.
A richiedere l’utilizzo di questa modalità è stato lo stesso sindacato imputato SIETT e la richiesta è stata accettata dalla polizia nazionale, dall’ufficio del procuratore generale e dal magistrato che si occupa del caso.
Il giudice Marìa Victoria Quinones ha concluso: “l’uso di questo tipo di tecnologia immersiva mira a rendere effettive le attuali tendenze procedurali, poiché consente la presenza nello spazio virtuale, anche quando le persone si trovano fisicamente in un altro luogo, senza violare le procedure di garanzia e dei principi di giustizia digitale”. Il tribunale di Magdalena ha concluso che nel metaverso possono essere applicate le stesse regole di un’udienza ordinaria.
Ma la novità ancora più controversa che sta facendo scalpore in Colombia riguarda l’impiego dell’intelligenza artificiale nell’ambito della giustizia. Utilizzo che si sta diffondendo sempre più nel paese da quando nel 2022 è stata approvata una legge che permette l’utilizzo dello strumento Chat GPT da parte di avvocati e giudici per facilitare il proprio lavoro. Si tratta di un chatbot intelligente che può rispondere a domande facendo ricerche in rete e analizzando il testo su internet per generare risposte informate.
Ad esempio nel processo che si svolgerà nel metaverso il magistrato che si occupa del caso ha utilizzato lo strumento Chat GPT per stabilire le regole dell’incontro, facendo domande su come gestire meglio l’udienza nel metaverso e come verificare la reale identità di chi si connette con un determinato avatar, ed essa ha risposto spiegando i vari metodi usati comunemente: la richiesta di una password, la verifica con un documento ufficiale, il riconoscimento facciale o vocale e la firma digitale. La corte ha infine spiegato che verificherà l’identità dei presenti in base a quanto disposto dal Codice di Procedura Amministrativa (CPACA).
Ma il chatbot è stato già coinvolto in episodi controversi nel paese, come il caso del giudice Juan Manuel Padilla, nella città caraibica di Cartagena, che a inizio febbraio ha ammesso di aver chiesto allo strumento quale verdetto scegliere per una sentenza, che riguardava un minore autistico alla fine esonerato dal pagamento delle tasse per le terapie.
Octavio Tejeiro, giudice della corte suprema della Colombia ha affermato che l’intelligenza artificiale è uno strumento utile per aiutare i giudici, ma non può essere più importante della persona umana.
Dopo l’introduzione del voto elettronico in molti paesi, che ha portato a possibili brogli elettorali o comunque ad un’incertezza e sfiducia nella democrazia, conducendo anche democrazie avanzate all’instabilità politica caratteristica di alcuni paesi del terzo mondo, ora sempre più paesi stanno adoperando nuove tecnologie e soprattutto l’intelligenza artificiale anche per svolgere i processi.
Cosa potrebbe succedere al sistema giudiziario se i computer sostituissero i giudici?
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