Francesco Santoianni
Avanti.it
Consacrata dal giornale della Confindustria la davvero incredibile gestione dell’emergenza Covid in Cina (sulla quale ci eravamo già soffermati con un articolo di qualche giorno fa) che ora, (dopo la giravolta dell’Oms, passato dalla mera adorazione dei provvedimenti presi dal governo cinese a feroci critiche sulla nuova gestione Covid susseguente alle rivolte) prende come oro colato tutte le bufale diffuse dal governo di Pechino. Prima tra tutte i “248 milioni di nuovi casi di Covid in 20 giorni” che non si capisce proprio come siano stati calcolati considerando che, come dichiara Il Sole-24 ore nello stesso articolo, “(da settimane) le autorità (cinesi) hanno chiuso la capillare rete per i test Covid”. Ancora peggio per quanto riguarda la “notizia” dei “crematori in crisi per il grande afflusso di morti covid” attestata, oltre che da testimonianze anonime, da un video che mostra un tranquillo funerale.
Ma perché mail questa repentina svolta della rappresentazione della situazione Covid in Cina? Probabilmente perché, la rimozione dei vessatori lockdown imposta dalle rivolte, rischia di far venire a nudo le conseguenze della crisi di sovrapproduzione che sta attanagliando da mesi l’economia cinese e che, finora era stata tenuta a bada chiudendo fabbriche e metropoli con la scusa del contagio. Meglio quindi, paventare, come attesta Il Sole-24 ore, “un milione di morti Covid” entro gennaio e sperare che la gente dimentichi la cifra ufficiale di 4.636 decessi Covid in tre anni (su 1,393 miliardi abitanti). L’importante è dimostrare che il capitalismo, se pure incistato in un sistema sociale che capitalista non è, funziona.
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