BuzzFeed News, simbolo del giornalismo digitale, chiude dopo dodici anni di attività. La riorganizzazione del gruppo prevedrà il taglio di 180 dipendenti, che solo in parte saranno riassorbiti in altre testate del gruppo – in particolare HuffPost – riducendo a 60 le unità che perderanno effettivamente il lavoro. Un giro di vite che rispecchia in sé sia la crisi generalizzata delle compagnie tech, che ha sacrificato migliaia di posti di lavoro a tutti i livelli, sia una crisi dei grandi gruppi editoriali che in Italia, ad esempio, sta vedendo il riassetto di alcune delle principali testate mainstream.
BuzzFeed News ha preso vita nel 2011, preceduto dal progetto BuzzFeed, avviato nel 2006, che attraverso la diffusione di contenuti virali all’insegna dello “strano ma vero”, si proponeva di finanziare progetti giornalistici di alta qualità. L’obiettivo era quello di usare il mondo “acchiappa clic” per reperire i fondi necessari a mettere in piedi una redazione di professionisti capace di produrre contenuti di alto livello.
Sulla base di questo progetto BuzzFeed News, in circa dodici di vita, si è fatto vessillo del giornalismo di pseudo-inchiesta, quello debole coi forti e forte coi deboli per intenderci, come la colossale fake del 2021 sulle condizioni dei prigionieri uiguri nelle carceri cinesi che gli è valsa un premio Pulitzer, oltre a lavori meritori ma che colpivano pesci piccoli, come quella con cui ha contribuito a far arrestare Kelly, un celebre rapper americano, per pedofilia o quella in cui denunciava l’ambiente di lavoro tossico al talk show di Ellen DeGeneres che ha portato alla chiusura del programma.
Ma quindi cosa è andato storto? Qualche risposta l‘ha data il ceo, Jonah Peretti, indicando i social network, proprio quelli su cui il suo modello d’informazione aveva fatto leva per affermarsi, come principale causa dell’attuale fallimento. In una lettera ai suoi dipendenti, Peretti, spiega come sia stato bravo ad approfittare del delirio collettivo nella fase di esplosione dei social network ma di essere poi rimasto vittima lui stesso di quella cortina fumogena, illudendosi che potesse durare all’infinito.
In sostanza, l’esperienza di BuzzFeed news mostra che nella società attuale, basta che per un periodo i colossi del mondo social spostino il target dei contenuti, per far cadere tutti quei progetti editoriali che non sanno darsi strumenti diversi e che decidono di costruire le proprie strutture nelle sabbie mobili. Sabbie mobili che ora inghiottiranno nuovamente qualche milione di dollari e decine di dipendenti. Insomma, BuzzFeed News è stato inghiottito da quel mostro che esso stesso ha decisivamente contribuito a creare.
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