Dopo sei giorni di sit-in nelle piazze principali e davanti ai luoghi istituzionali della capitale Brasilia, alla fine il popolo brasiliano ha deciso di occupare il parlamento: migliaia di persone hanno sfondato il cordone di polizia e sono riusciti a entrare nelle stanze dove solo una settimana fa si era insediato il nuovo governo Lula in seguito a una controversa elezione che la stragrande maggioranza dei cittadini dei grandi centri non ha mai smesso di contestare. Anche dopo la scure calata dal Tribunale elettorale superiore del Brasile la voce di chi non accettava il risultato non si è placata affatto, e il primo gennaio, proprio il giorno dell’insediamento di Lula da Silva, quelli che i media di casa definiscono “terroristas” e “golpistas bolsonaristas” così come i nostri che, già rievocando la Capitol Hill pseudo-trumpiana, li chiamano “bolsonaristi” ed “estremisti di destra” per orientare il giudizio dell’opinione pubblica prima ancora che sia a conoscenza dei fatti, hanno iniziato una protesta ad oltranza. Il ministro della difesa José Múcio aveva garantito che entro venerdì 6 gennaio tali assembramenti sarebbero stati dispersi e la calma sarebbe tornata a regnare, ma ha ottenuto l’effetto contrario, rendendo i manifestanti ancora più agguerriti finché, poco più di un’ora fa, è avvenuta l’irruzione nell’Esplanada dos Ministerios, dove hanno raggiunto la piazza dei Tre Poteri e invaso il Planalto (sede del governo), la Corte Suprema e il Parlamento. Nulla hanno potuto i lacrimogeni sparati dalla polizia: Lula, evacuato in fretta e furia, mentre secondo altri si trovava già a Sao Paulo, ha dovuto lasciare il posto ai manifestanti, che, disorganizzati e legati a un impulso più che a un obiettivo, non hanno rilasciato alcun comunicato congiunto, limitandosi a tenere il presidio con la forza mentre attendono un intervento di colui che ritengono il presidente legittimo del Brasile, Jair Bolsonaro.
La situazione è tuttora in evoluzione, e anche a Rio de Janeiro e Sao Paulo migliaia di persone in questo momento sono sul piede di guerra contro il nuovo governo ritenuto illegittimo: a Brasilia intanto centinaia di poliziotti in assetto antisommossa iniziano a schierarsi per fronteggiare i ribelli, che senza un appoggio esterno si troveranno presto imbottigliati ed esposti a “subire il rigore della legge” così come minacciato dal presidente del senato Rodrigo Pacheco, mentre Gleisi Hoffmann, la leader dei laburisti parte del nuovo governo, ha presentato la richiesta di intervento federale, per convogliare a Brasilia forze di polizia dagli altri distretti e compiere quello che in Brasile è prassi verso le classi povere: una carneficina. Con il plauso dei pennivendoli al di là e di qua dell’oceano, sempre pronti a incensare i golpisti veri e a infangare le vere proteste di popolo.
AGGIORNAMENTO 22:45 Lula ha decretato l’intervento federale nel distretto della capitale per tutto il mese di gennaio e ha tenuto un discorso in cui accusa apertamente Bolsonaro di aver messo in atto la rivolta; intanto la polizia in assetto anti-sommossa ha già sgomberato tutti i palazzi governativi, in questo momento le autorità dichiarano la protesta già conclusa a Brasilia. Sebbene non ci siano ancora numeri certi, il numero di arresti e di feriti sarebbe nell’ordine delle decine.
MDM
Mario dice
Senti un po’ di quale popolo stai parlando? Sono una mandria di ultranazisti pagati dagli USA e dalle elites brasiliane per favorire un golpe con menzogne tipiche di Goebbels, che tu stai ripetendo come un…..evito di scriverlo. E’vomitevole leggere, qui dal Brasile,dove vivo, una difesa di gentaglia peggio di Pinochet, con argomenti falsissimi che non mi abbasso nemmeno a contestare. Ma dove cazzo hai preso queste notizie????? Parli come questa feccia umana che sarebbe rifiutata dalle fogne. Non hai la minima idea di cosa sta succedendo in Brasile, le elites col sostegno dei nazisti USA, CIA Pentagono, etc stanno cercando di distruggere il paese come ha fatto il governo di Bolsonaro, per sacceggiarne le risorse, con l’ estremista liberista ministro dell’ economia Paulo Guedes, un topo di fogna ultraliberista, ed il corrottisimo, ammiratore di Hitler giudice Sergio Moro, quello che ha arrestato Lula con prove totalmente false e fatto il golpe su Dilma Rousseff perche’faceva spesa pubblica,(vedi inchiesta Vaza Jato di The Intercept, Glenn Greenwald e Leandro Deomori) oltre i miliziani trafficanti, ladri ed assassini figli di Bolsonaro, ladro ed assassino di proporzioni galattiche. Informati un po’ prima di scrivere minchiate galattiche che fanno vomitare. Se vuoi imparare qualcosa sul Brasile, leggiti il grandissimo Pepe Escobar, Brasil247, Horadopovo, The Intercept, ICL….non i media delle schifose elites brasiliane, serve dei nazisti amricani che hanno saccheggiato questo meraviglioso paese per 200 anni, riducendolo al paese piu’ diseguiale della terra…e tu difendi questa feccia. Allucinante.
Redazione dice
È innegabile che una enorme parte del popolo stia con Bolsonaro. E lo abbiamo testimoniato in questo articolo, così se si va a leggere sempre su questo giornale “Il secondo tempo di Lula da Silva” troverà una disamina più approfondita sulla questione. Su Bolsonaro e i suoi la pensiamo come lei – infatti, a parte i suoi insulti, lei non troverà un solo rigo su avanti.it che appoggi Bolsonaro – ma non siamo nemmeno lulisti: cerchiamo di fare informazione, mentre i siti segnalati da lei fanno solo contro-propaganda. Lula è un personaggio controverso, è certamente meno filo-americano di Bolsonaro, ma per tornare in auge ha garantito ai cartelli globalisti l’attuazione di politiche covidiste; Bolsonaro è un fascista e sta innegabilmente coi fazenderos criminali, ma si è schierato contro la strage sanitaria attuata dai globalisti. Dunque non è tutto bianco o tutto nero, le faccio una domanda: se gli americani avessero davvero appoggiato le proteste di Brasilia, si sarebbero schierati col popolo disarmato? Certe cose oggi le fanno direttamente nei parlamenti (vedere Perù e Bolivia) non di certo in questo modo. Di certo, Bolsonaro lo sapeva e si è andato a riparare proprio in USA, dunque può essersi trattato di un’uscita di scena concordata. Ma lei non può negare che centinaia di migliaia di suoi concittadini in tutto il paese lo hanno sostenuto. Infine, le prove di cui lei parla le avevamo già consultate in larga parte, ma non cambiano il nostro punto di vista – che essendo giornalistico e non propagandistico è meno radicale del suo.