Meta, l’azienda-facciata che copre la gestione dei social da parte dell’intelligence americana, toglie senza problemi la maschera di entertainer quando si tratta di intervenire direttamente nella politica di paesi apertamente ostili al colonialismo statunitense. Lo ha fatto in India, Myanmar, Etiopia solo per citare i casi più eclatanti.
Da tempo gli americani cercano di mettere le mani sulla Bolivia, e da quando sono riusciti a estromettere nel 2019 il presidente eletto Evo Morales con un vero e proprio colpo di stato i loro sforzi si sono intensificati. Jeanine Áñez, l’ex conduttrice televisiva nominata presidente ad interim dai golpisti, ha perseguitato con violenza i membri del MAS (Movimiento Al Socialismo – Instrumento Político por la Soberanía de los Pueblos) il partito di Morales, in primis assassinando brutalmente esponenti del MAS e loro familiari, e poi reprimendo nel sangue le proteste che infiammarono tutto il paese dopo il golpe, con i massacri di Sacaba (11 morti e un centinaio di feriti) e Senkata (11 morti e un’ottantina di feriti) dovuti in entrambe le occasioni all’ordine governativo di far fuoco sui manifestanti. Per tutelare gli assassini, Áñez ha varato il decreto 4078, denunciato persino da Amnesty International come violazione dei diritti umani. In effetti il decennio di governo socialista non è bastato a reprimere la destra boliviana, che vanta una lunga tradizione in quanto esportata dagli USA nel secondo dopoguerra, quando il paese andino – incastonato tra Brasile, Perù, Cile, Argentina e Paraguay, e che condivide con quest’ultimo la condizione di unici due paesi dell’America Latina non affacciati sull’oceano – è stato rifugio di numerosi transfughi dell’apparato di potere hitleriano, da sempre strenui avversari della pluralità etnica che contraddistingue la compagine sociale della Bolivia. Questa destra, pur essendo una netta minoranza del paese, gode di appoggi e favori da parte dei capitalisti, locali e non, e dei trafficanti, pertanto ha saldamente in mano la massima parte dei media generalisti, così come di settori ‘esterofili’ di burocrazia e forze armate. Pertanto, quando il popolo boliviano ha depoltronizzato e fatto arrestare l’impostrice e assassina Áñez, è stato fondamentale l’apporto dei social perché girassero le informazioni tanto logistiche quanto la verità sulla repressione governativa in atto. Le urne che ne sono seguite hanno riconfermato alla fine del 2020 i socialisti al governo con Luis Arce.
Così, vista la tenacia di La Paz nel mantenere intatta la propria sovranità, l’agenzia di spionaggio e raccolta dati avanzata del governo americano denominata Meta ha avviato l’operazione Adversarial Threat, nel cui ambito sono stati bannati in modo permanente migliaia di account filogovernativi in Serbia, Cuba, Bolivia. Ufficialmente, Meta ha annunciato lo smantellamento di tre reti di CIB (Coordinated Inauthentic Behaviour), insomma di presunti account falsi gestiti per conto dei governi in carica che diffondevano in modo coordinato e sistematico post politicamente schierati a discapito delle minoranze politiche, per la cui tutela l’azienda è intervenuta. Non sono affatto d’accordo i boliviani, secondo i quali sono stati bannati account autentici e inoffensivi, con l’accusa di cyberbullismo e di segnalazione in massa contro gli account di estrema destra. Quello che non considerano è che questi account diffondono post apertamente razzisti contro gli indigeni boliviani e inneggiano a massacri etnici, senza che la piattaforma statunitense intervenga in alcuna maniera. Secondo un rapporto di Kawsuchen News, “1.041 account Facebook, 450 Pagine, 14 Gruppi e 130 account Instagram sono stati cancellati nel dicembre 2022. Tutti gli account vietati appartenevano a sostenitori del Movimento per il Socialismo (MAS-IPSP), il partito di governo. Coloro che sono stati bannati non sono stati in grado di tornare. La scusa addotta è quella di accusarci di ‘comportamento inautentico coordinato'” e l’autore del rapporto, Oscar Alfaro ha sottolineato come “l’accusa di ‘comportamento inautentico coordinato’ è un concetto basato su algoritmi orientati alla convenienza. Tuttavia, tali algoritmi non sono in grado di discernere il semplice comportamento sociale e di gruppo. Nel caso della Bolivia, gli attivisti hanno utilizzato i social media come piattaforma per fornire un’alternativa ai media nazionali, dominati da gruppi di destra”. Insomma, un vero e proprio repulisti a vantaggio degli estremisti filoamericani, realizzato da quello che si configura sempre più come un apparato repressivo digitale che ha fatto entrare il colonialismo americano in ambiti prima impensabili.
MDM
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