Dopo la comunicazione di licenziamenti di massa da parte di IBM, anche un altro gigante del settore hi-tech ha deciso di mandare per strada i propri operai. Si tratta della Philips, il gigante dell’elettronica olandese che ha interessi in molti settori, dalle televisioni ai respiratori ospedalieri. Proprio a causa di questi prodotti, risultati difettosi e che hanno costretto l’azienda al richiamo, Philips può “vantare” una perduta per l’anno 2022 di ben 1,6 miliardi di dollari. Dopo un primo annuncio di licenziamenti per 4500 operai risalente al Novembre scorso, Philips ha comunicato che entro il 2025 dovrà licenziare ulteriori 6000 operai.
“Il 2022 è stato un anno difficile per noi. Abbiamo subito perdite e dobbiamo subito rimetterci al lavoro per migliorare sulla qualità, recuperando il terreno perduto” e, giustamente, si comincia mandando sul lastrico decine di migliaia di operai per recuperare il denaro perduto.
Philips, però, è sotto la lente di ingrandimento del Dipartimento della Salute americano proprio per il malfunzionamento dei respiratori. A quanto risulta da una prima indagine, i pazienti collegati ai respiratori Philips avrebbero inalato sostanze tossiche e cancerogene proveniente da pezzetti della schiuma fonoassorbente del macchinario.
Questa problematica riscontrata da più strutture ospedaliere statunitensi ha costretto il richiamo di un migliaio di respiratori, con un costo esorbitante che grava adesso sull’azienda che teme, adesso, di dover richiamare gli stessi macchinari proveniente da altre nazioni.
Nel frattempo però, l’azienda ha trovato un primo metodo per resistere alla tempesta: affamare i lavoratori licenziandoli. Un’altra azienda tecnologica che si unisce al trend di mandare a casa in blocco migliaia di operai che sembra essere trasversale da occidente a oriente.
EQ
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