Il Qatar siamo Noi #20
Gli emiri del Qatar hanno fregato la Budweiser, la multinazionale della birra che s’era accaparrata il monopolio della mescita alla coppa del mondo. In barba ai contratti appena sottoscritti, a pochi giorni dall’inizio della competizione, il consumo di alcolici è stato sottoposto a limitazioni ancor più draconiane di quelle già previste, venendo bandito non solo dagli stadi, ma anche dalle “fan zone” che si trovano a ridosso degli impianti sportivi, relegato in tendoni sfigati e periferici. Pare che solo per trasferire a Doha e dintorni le bottiglie di birra avessero speso cinque milioni di dollari. Per recuperare qualcosa, la Budweiser ha provato a mettere su un hotel per alcolisti con un bar a forma di lattina, lontano da occhi indiscreti, dove potersi spanzare di birra alla faccia degli emiri. Definito come “una casa lontano da casa”, l’hotel “W” dà anche la possibilità, attraverso il “Budweiser Player of the Match”, di farsi un selfie mentre si issa una finta coppa del mondo su uno sfondo di birre elettroniche. Una notte al W costa un fracco di soldi (birre escluse) e le partite si vedono solo in televisione. Per chi va allo stadio, invece, c’è la Budweiser analcolica, pompata in modo ossessivo-compulsivo dai maxi schermi, sbattuta in faccia, inoculata a forza. Gli americani hanno fatto buon viso a cattivo gioco, dopo aver sulle prime definito “imbarazzante” il divieto disposto dalle autorità qatariote, e si sono rassegnati a vendere la “Budweiser Zero”, rappresentata come birra “saggia”, e a gestire il SERT per alcolisti calciofili. Nessuna traccia di reclami, ricorsi, appelli ad autorità internazionali. Gli emiri del Qatar, insomma, “comandano” più delle multinazionali (o di certe multinazionali), e non solo a casa loro. Un dato da tener presente mentre a Bruxelles deflagra, a mondiali ormai consumati, il “Qatargate”, con l’emersione di una lobby a libro paga degli emiri per curare le loro pubbliche relazioni sul piano della “tutela dei diritti umani”. Era uno dei tanti segreti di Pulcinella, ed il fatto che sia venuto fuori così attesta la perdita di quota del Qatar nella “stima” dell’Occidente (o delle sue Profondità), mentre nel vicino Iran si prepara un cambio di regime: finiti i mondiali, si continuerà a giocare nel Golfo Persico.
GR
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