Le concessioni balneari sono state prorogate fino al 31 dicembre 2024, mediante degli emendamenti aggiunti al decreto Milleproroghe. Il dibattito viene dunque rinviato di un altro anno con un emendamento di Forza Italia presentato in commissione Affari costituzionali e bilancio del Senato, insieme alla proroga della mappatura delle concessioni. Mentre un emendamento della Lega istituisce un tavolo permanente sul tema, che ha implicazioni europee oltre che nazionali.
Sulla questione insorgono le opposizioni che appaiono accanite contro la categoria che comprende 30mila imprese a conduzione familiare: Mariolina Castellone, M5s, dichiara che c’è un alto “rischio di procedura di infrazione europea” e Daniele Manca, Pd, accusa il governo di aver preferito aiutare i balneari anziché tagliare le accise, Angelo Bonelli, dei Verdi, parla di “regalo a una categoria che fattura 7 miliardi l’anno mentre lo stato incassa 100 milioni dalle concessioni”.
Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla camera ha dichiarato “Fratelli d’Italia ha sempre sostenuto che la direttiva Bolkestein non andrebbe applicata al settore dei balneari. Il parlamento è sovrano e dà una sua indicazione: siamo certi che in Europa si troverà una soluzione favorevole a quella che è stata una nostra tesi iniziale”. Il riferimento è alla normativa neoliberista Bolkestein emanata dalla Commissione Ue nel 2006 in favore del mercato unico europeo e deregolamentato.
“Ribadiamo che occorre assicurare la concorrenza, la parità di trattamento degli operatori e proteggere le risorse pubbliche dal rischio di monopolio” dichiara un portavoce della Commissione Ue che critica la scelta.
La criticità principale di tali emendamenti è che entrano in contrasto anche con la sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato che a novembre 2021 ha annullato la proroga sulle concessioni che il governo Conte I aveva disposto fino al 2033, proibito qualsiasi altra forma di rinnovo automatico, e imposto una scadenza tassativa al 31 dicembre 2023.
Ormai moltissimi concessionari vedono la proroga solo come un anno in più di agonia. La speranza di poter scampare per sempre dalle gare è sempre più flebile fra i concessionari, e in tanti ormai puntano ad ottenere adeguate tutele nel decreto attuativo, come il riconoscimento di un indennizzo in caso di perdita dell’impresa, basato sul valore aziendale, e di punteggio premiante in fase di gara a chi dimostra esperienza professionale nel settore. Purtroppo, l’impianto della legge sulla concorrenza, scritta senza concedere nessuna di queste due garanzie, non permette molti margini, l’unica speranza è che questo governo che si è dimostrato vicino ai balneari possa difenderli in una situazione così drammatica che mette a rischio oltre 30mila famiglie.
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