Il primo ministro australiano Anthony Albanese proporrà un referendum al fine di aggiungere un nuovo capitolo alla costituzione australiana nel quale la comunità aborigena Torres Strait verrebbe riconosciuta come “prima abitante dell’Australia”. Se il referendum passasse gli indigeni avrebbero così un organo consultivo da utilizzare come strumento per sottoporre all’attenzione del parlamento e dei rappresentanti del commonwealth questioni rilevanti per la comunità aborigena stessa che attualmente costituisce circa il 3.2% della popolazione australiana.
Il referendum verrà proposto al parlamento la prossima settimana e se la proposta passerà verrà indetto ufficialmente dal governatore generale. In ogni caso il referendum necessiterà di più del 50% di voti favorevoli per ottenere l’approvazione. Al momento il partito nazionalista sembra opporsi alla proposta, che invece verrà approvata dall’ala sinistra in particolare dai Greens. In generale non sembra comunque esservi una vera contrarietà fra i partiti politici dal momento che anche il leader dell’opposizione Peter Dutton ha semplicemente affermato che il governo non ha dato le spiegazioni necessarie sul funzionamento del futuro organo consultivo e che non è ancora deciso se l’opposizione accetterà o meno.
“Ci è voluto molto tempo affinché questo momento arrivasse” ha affermato il presidente e, riferendosi agli aborigeni, ha aggiunto che “hanno mostrato tanta pazienza e ottimismo in questo processo”. è ben noto che presso tali popolazioni l’aspettativa di vita è sempre stata più bassa, con scarse condizioni di salute e bassi livelli di istruzione.Tuttavia è curioso che venga data importanza alla questione solo dopo ben 122 anni e in un momento nel quale nel mondo si cerca di porre in risalto le minoranze di ogni tipo mentre i diritti dei bianchi divengono progressivamente dei privilegi da abbattere. Uno dei tanti casi di “emancipazione” ascrivibili ad una linea politica ben precisa di cui sono espressione, fra gli altri, i recenti fatti del movimento Black Lives Matter. D’altronde non è la prima volta che l’Australia si è dimostrata in prima linea nell’agenda globalista, come dimostrato dalla recente visita di Bill Gates nel paese.
Francesca Luchini
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