Nel giorno del dodicesimo anniversario dello scoppio del conflitto che ha inginocchiato la Siria, il leader siriano Bashar al-Assad è volato a Mosca per tenere un colloquio col presidente Vladimir Putin. È la prima volta dal principio della operazione militare speciale russa. A quella operazione militare Assad esprime il suo sostegno, non senza aggiungere una nota di riconoscenza destinata al leader russo per la sua posizione immutata rispetto alle vicende siriane, visto il contributo militare dell’esercito russo alla stabilizzazione della Siria.
I due presidenti hanno discusso della normalizzazione dei rapporti tra Damasco e Ankara, in cui la Russia gioca un ruolo di mediazione. Assad è stato isolato dalla regione e da buona parte del globo dall’inizio del conflitto, e sta intensificando gli sforzi per reintrodurre il proprio paese sulla scena internazionale, in particolare a seguito del terribile terremoto che ha colpito Siria e Turchia.
Mosca sta cercando di sedare gli animi tra i due paesi portandoli a convergere sul loro nemico comune, le forze curde nel nord della Siria, anche se la Turchia sostiene i gruppi di opposizione armata al governo di Assad. Indicativi dei lavori di “stabilizzazione” in corso sono l’incontro di dicembre tra i ministri della Difesa turco e siriano e un vertice a quattro di ieri tra i vice ministri degli Esteri turco, siriano, russo, insieme a un alto consigliere iraniano, ospitati da Mosca per discutere degli “sforzi antiterrorismo” nella regione. Ma l’isolamento siriano sembra essere terminato anche rispetto agli paesi arabi, visto l’incontro tenuto a gennaio con il ministro degli esteri degli Emirati Arabi per un accordo energetico e la distensione fra Iran e Arabia Saudita che porterà la Siria di nuovo dentro la Lega Araba.
La Russia continua dunque a sostenere l’Iran, sia diplomaticamente, sia economicamente e militarmente. La Siria rimane un attore fondamentale nella regione e un alleato strategico russo. L’azione diplomatica russa, inoltre, dimostra come sia diversa la sua concezione del mondo e delle relazioni fra nazioni, rispetto agli USA e tutto l’occidente: sostenere i propri interessi non significa, per la Russia, distruggere altri stati, ma sostenerli e portarli dalla propria parte. L’occidente invece, distrugge e addirittura approfitta di calamità naturali per bombardare un paese già in ginocchio da 12 anni, come ha fatto Israele bombardando la Siria pochi giorni dopo il terremoto; o le sanzioni occidentali solo “allentate” dopo il terremoto, impedendo l’arrivo di aiuti umanitari.
Ancora una volta il mondo dà lezioni di umanità a quell’occidente che si riempie la bocca di vuoti proclami sulla libertà, i diritti umani e la pace, mentre distrugge e depreda il mondo.
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