Francesco Santoianni
Avanti.it
Un referendum per abolire alcuni articoli e disposizioni delle leggi 28/2022, 8/2023, 185/1990 che hanno permesso al governo di inviare armi all’Ucraina. Lo ha preparato un gruppo di giuristi, e fatto proprio da intellettuali, giornalisti, scienziati, artisti, liberi professionisti, personalità della politica e della cultura (vedi i firmatari dell’appello) e, quindi, dal Comitato promotore unitario “Ripudia la guerra”. A breve i quesiti dei referendum saranno all’esame della Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità di questi. Se il parere sarà positivo bisognerà raccogliere entro tre mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 500.000 firme che questa volta potranno essere anche firme digitali che, come è noto, non prevedono autentificazione e che oggi sono usate in Italia da più di 20 milioni di cittadini. Su questo referendum abbiamo intervistato il portavoce del Comitato promotore unitario, Enzo Pennetta.
Intanto si partirà subito con i banchetti per informare la gente sull’iniziativa e per raccogliere contatti. La posta in gioco è alta, troppo alta per la gente comune che ha tutto da perdere e nulla da guadagnare. Invece di un cessate il fuoco e trattative che partano dal diritto alla autodeterminazione delle popolazioni interessate, con il continuo invio di armi si sta soffiando sul fuoco esponendo l’Europa e il mondo al rischio di un olocausto nucleare. Intanto i danni all’economia europea e italiana sono sempre più ingenti e a farne le spese è soprattutto la gente comune che affronta una quotidianità sempre più insostenibile. L’estendersi delle sanzioni alla Russia a macchia d’olio fino a interessare anche Paesi terzi finirà per lasciare l’Occidente sempre più isolato, l’Europa priva di risorse e impossibilitata a far funzionare la sua economia, incapace di garantire un’esistenza libera e dignitosa ai cittadini. Tutto ciò nel terzo millennio e per la nostra sensibilità è oggettivamente intollerabile. Quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi da un anno a questa parte non ha precedenti. Siamo ancora in tempo per cambiare il corso della storia ridiventando artefici del nostro destino. Proprio perché la partita è terribilmente importante e squisitamente politica chiederemmo alla politica, ai partiti e ai leader di qualunque forma organizzativa di non comparire e invece di mettere a disposizione la propria forza militante per questo grande obbiettivo unitario.
Accetterete anche la collaborazione di “pacifinti”, tipo i seguaci di Conte?
Come già detto, tutti sono i benvenuti se contribuiscono alla riuscita dei referendum.
E quali saranno i rapporti con Ugo Mattei che aveva proposto anche lui un analogo referendum?
Mattei propone un referendum sull’invio di armi all’Ucraina e un altro a tutale della sanità pubblica. Per quanto riguarda quello sulle armi spero si arrivi ad un’armonizzazione tra le due iniziative in modo che non si elidano a vicenda. Su questa questione mi sono già confrontato pubblicamente con Mattei e abbiamo avviato un dialogo molto promettente.
Un’ultima questione: i sondaggi danno il 60% del popolo italiano contrario all’invio di armi all’Ucraina eppure le manifestazioni su questo punto restano davvero poco affollate. Perché un referendum dovrebbe cambiare questa situazione?
Di certo un referendum non può sostituirsi ad un movimento. Può comunque servire ad aggregare forze oggi disperse, far emergere un consenso già esistente e far nascere un movimento coeso pur nelle sue differenti componenti.
Bruna scapigliati dice
Sono completamente contraria all’invio delle armi ai nazisti ucraini
Rosanna Stagi dice
Sono assolutamente contraria all’invio di armi in Ucraina
Angelo Bottin dice
Sono sinceramente contrario nell’invio di armi in Ucraina , vorrei un’ambasciatore di pace .
Danizete dice
Sono fortemente contraria all’invio di qualsiasi materiale bellico ma anche di altri materiali o prodotti. Tanto non arriva a chi ha veramente bisogno!