Puntuale come il raffreddore da fieno, anche in questa primavera tutti i media ad inneggiare al “Rapporto sulla libertà di stampa nel mondo” redatto da Reporter senza frontiere (Reporters sans frontières) organizzazione più volte sanzionata dall’UNESCO a causa della sua mancanza di etica professionale e nel cui Consiglio Emerito, già troneggiato da Eugenio Scalfari, si erge la figura di Roberto Saviano.
Organizzazione finanziata (come ammette, addirittura, Wikipedia) da Open Society Institute di George Soros e dal Dipartimento di Stato americano e che, nel 2016, premiava come “reporter dell’anno” tale Hadi Abdullah che già si sapeva, da tempo, far parte dell’Ufficio Stampa di Al-nusra. Organizzazione, che quest’anno fa recuperare rispetto all’anno scorso ben 27 posizioni della sua “classifica della libertà di stampa” all’Ucraina nonostante il varo di una legislazione liberticida che mette sotto il controllo del governo tutti gli organi di stampa e in galera qualsiasi giornalista si permetta di criticare il regime di Zelensky.
Francesco Santoianni
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