Il giornalista americano del Wall Street Journal, Evan Gershkovich è stato arrestato in Russia presso Ekaterinburg. L’accusa per il 32enne è quella di spionaggio.
Secondo infatti i servizi di sicurezza russi (FSB) il giornalista “agendo su istruzione della parte americana, raccoglieva informazioni coperte dal segreto di Stato sull’attività di una delle imprese del complesso industriale militare russo”. E secondo la portavoce del ministro degli esteri russo Maria Zakharova, quello di cui il giornalista si occupava in Russia “non ha nulla a che vedere con il giornalismo”; la portavoce ha aggiunto che “non è la prima volta che lo status di corrispondente straniero, il visto giornalistico e l’accreditamento vengono utilizzati da stranieri nel nostro paese per coprire attività che non sono giornalismo”. Il Wall Street Journal ha ovviamente negato il coinvolgimento del giornalista in attività di spionaggio, affermando che si tratta di un uomo “affidabile e coscienzioso” ed ha espresso solidarietà alla famiglia e preoccupazione per le condizioni del reporter. La testata giornalistica ha richiesto così l’immediato rilascio di Gershkovich, respingendo al contempo qualsiasi accusa di spionaggio dei servizi di sicurezza russi. Le accuse si baserebbero sulle visite del giornalista a città russe che ospitano diversi complessi industriali di tipo militare, uno dei quali, Uralvagonzavog, destinato alla produzione di carri armati. Secondo fonti locali ad accompagnare il reporter nelle visite in questi centri ad alta presenza militare era stato Yaroslav Shirshikov il quale sostiene che Gershkovich stesse piuttosto cercando di raccogliere informazioni sulle opinioni dei cittadini locali sulla guerra in Ucraina.
La corte di Lefortovo di Mosca ha così tramutato in un arresto di almeno due mesi lo stato di fermo del corrispondente americano che era stato prelevato da due agenti in borghese presso un ristorante di Ekaterinburg. Il detenuto al momento non ha ammesso la colpa e rischia 20 anni di carcere in base all’articolo 276 del codice penale russo che disciplina il reato di spionaggio.
La libertà di stampa non è oggetto di attenzioni neanche nel democratico occidente come dimostra il caso Kasem. Gershkovich sarebbe comunque il primo giornalista americano arrestato in Russia per spionaggio dopo la guerra fredda. L’ultimo caso, che vide arrestato il giornalista americano Nick Daniloff, avvenne nel 1986 quando Daniloff venne arrestato come risposta russa all’arresto di un sovietico a New York, ma al momento il caso Gershkovich non è in discussione secondo il ministero degli esteri russo per un possibile scambio di prigionieri con gli Stati Uniti.
Francesca Luchini
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